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Chi è Sabry Nakhnukh, il super boss della mafia egiziana salvato dall’ergastolo, graziato da Al-Sisi

Traffica in armi e droga. Scioglie i rivali nell’acido. Era il braccio destro di Mubarak ed ora è il capo di un esercito di criminali chiamati “i sicari”, impiegati a fianco di polizia ed esercito. Condannato nel 2014, nel 2018 riceve la Grazia dal Presidente Al-Sisi. Ora è libero e sui social è una star: fa videoclip musicali con milioni di visualizzazioni e la sua pagina Facebook conta 41mila like.
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In Egitto al fianco di polizia e forze armate esiste un esercito clandestino formato da criminali chiamati “Baltageya”, i sicari. Sarebbero mezzo milione, presenti in tutti governatorati del paese secondo una ricerca del Centro di Ricerca e Studi Sociali del Cairo riportata dal giornale "Al Araby". Reclutati dai boss della malavita locale, questi criminali vengono addestrati, armati e impiegati durante le operazioni di voto, nella repressione delle manifestazioni, negli arresti di giornalisti, oppositori e attivisti, per conto del regime.

La loro prima comparsa   

Compaiono per la prima volta, in forma organizzata e squadrista, durante le elezioni Presidenziali del 2005 e vengono inviati, a scopo intimidatorio, nei seggi elettorali di tutto il paese per conto del partito di governo “Al Hizb al Watani” presieduto dall’ex Presidente egiziano Hosni Mubarak. A denunciare il fatto è Mortada Mansur, giornalista egiziano, che in una video intervista afferma di aver ricevuto informazioni circa la presenza nei seggi elettorali di criminali coordinati dal boss Sabry Nakhnukh, per controllare le operazioni di voto. Il giornalista, aggredito ai seggi elettorali del Cairo, dice di aver informato le forze di polizia che però non sono intervenute. In quella tornata Mubarak vince con l’88,6% dei voti, in un acceso clima di polemiche circa la regolarità delle elezioni.

Rivoluzione egiziana e l'ascesa di Sabry Nakhnukh

Con le elezioni del 2005, Sabry Nakhnukh inizia a farsi conoscere negli ambienti della politica. Con un esercito clandestino di migliaia di uomini, inizia a lavorare direttamente per conto del potente Ministro degli Interni Habib Al Adly come riportato dal quotidiano Hareetz. Ma Sabry Nakhnukh però non è solo un boss, è anche un trafficante di armi e droga con i quali fa profitti milionari. Ha diverse ville sparse per il paese e gode di rispetto e popolarità, anche sui social: sulla sua pagina facebook, che conta 41 mila like, posta consigli e perle di saggezze sulla vita, descrivendosi come l'uomo forte capace di affrontare le difficoltà della vita.Su Youtube le canzoni a lui dedicate superano un milione di visualizzazioni. Ma è con la rivoluzione del 2011 che Sabry Nakhnukh aumenta il suo giro d'affari: i suoi uomini sono al fianco delle forze di sicurezza e polizia negli scontri del 25 gennaio e nei giorni seguenti dove trovano la morte centinaia di manifestanti. Il sistema è rodato: i criminali fermano con violenza i manifestanti e li consegnano alla polizia che procede all'arresto. In cambio il Ministero paga i servizi di Nakhnukh e i suoi uomini. Le manifestazioni di piazza non si fermano e Mubarak è costretto a dimettersi l'11 febbraio 2011. La rivoluzione ha successo e ora a gran voce tutti i rivoluzionari desiderano sradicare quel decennale sistema autoritario nel paese. Da qui la magistratura, con il nuovo clima di libertà che si respira nel paese, da il via ad una serie di indagini su larga scala sugli uomini di Mubarak, tra i quali Sabry Nakhnukh. Viene arrestato nell'agosto 2012 in una delle sue ville in compagnia di prostitute, attorniato da armi e droga, da vero gangster. Durante l'arresto incredulo dichiara: "Non capisco cosa accada, sono sempre stato vicino a polizia ed esercito, al Ministero degli Interni, cosa accade ora? Qualcuno mi vuole scaricare".

Il boss finisce in carcere

Ahmed Gamal Al Din, il Ministro degli Interni egiziano tra il 2012 e il 2013, lo definisce "Un boss malavitoso a livello nazionale". Il processo nei suoi confronti per possesso e traffico di armi e droga termina nel novembre 2014 con una condanna definitiva in Cassazione all’ergastolo e al carcere duro per i primi 3 anni. Durante le elezioni presidenziali del marzo 2018, Sabry decide di schierarsi politicamente e sostiene il presidente uscente Al-Sisi. Nelle sue ville sparse per il paese il trafficante fa apporre cartelloni in sostegno di Al-Sisi con la scritta "Sosteniamo con tutto il nostro cuore Abdel Fattah Al Sisi, abbiamo iniziato un percorso insieme e insieme lo continueremo" firmato Sabry Nakhnukh come si vede nella foto in basso. Il Generale, favorito nella corsa elettorale, vince con l'89% dei voti, inaugurando il suo secondo mandato.

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La Grazia: il boss è libero  

Il 16 maggio 2018, due mesi dopo la vittoria elettorale, il Presidente egiziano Al-Sisi concede la grazia a 332 detenuti politici tra i quali compare anche lui, Sabry Nakhnukh. Poche settimane prima Karim el Sakka, membro della Commissione istituita per valutare i casi per la grazia, disse in una intervista all'Ahram online, che "si stanno valutando i casi secondo un criterio che include i prigionieri politici ma non chi ha commesso reati legati a violenza e terrorismo". E Sabry Nakhnukh, di violenza, se ne intende, tanto da essere chiamato negli ambienti della malavita The King, Il Re d'Egitto. Temuto anche per la sua efferatezza: girano voci che abbia sciolto nell'acido una sua guardia del corpo, rea di non essersi alzata in piedi nel porgere il saluto al Boss.

Festeggiamenti armati            

Sabry Nakhnukh esce dal carcere il 16 maggio 2018 e festeggia nella sua villa ad Alessandria imbracciando un mitragliatore come si può vedere dalle foto riportate dal sito di informazione Masrawi. A lui, Saad Soghayar, il più famoso cantante di musica popolare egiziana, dedicherà una canzone, definendolo il vero e unico Ministro degli Interni.

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