video suggerito
video suggerito
Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

C’è anche un’azienda italiana dietro il rifornimento di bombe che Israele sta usando nel massacro a Gaza

Leonardo Spa – società italiana a controllo pubblico – fa parte del gruppo MBDA, azienda leader in Europa nella produzione di missili che ha fornito migliaia di bombe impiegate da Israele nel massacro a Gaza. Gli ordigni hanno ucciso anche centinaia di civili, inclusi i bambini.
A cura di Davide Falcioni
43 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

MBDA, il più grande produttore europeo di missili partecipato anche dall'italiana Leonardo, sta vendendo componenti chiave per migliaia di bombe che sono state spedite a Israele e impiegate dallo stato ebraico in attacchi aerei contro civili palestinesi: è quanto emerge da un'indagine del Guardian, della Ong Disclose e della piattaforma di giornalismo investigativo Follow The Money, che hanno esaminato nel dettaglio la catena di approvvigionamento della bomba GBU-39 e il modo in cui è stata utilizzata durante la guerra a Gaza.

Prodotta da Boeing e venduta con ali progettate da MBDA, la GBU-39, è una bomba a guida di precisione che, seppur meno potente di altri ordigni, ha un effetto letale soprattutto in spazi chiusi. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ricevuto circa 4.800 GBU-39 attraverso aiuti militari inviati dagli Stati Uniti; l’ultima spedizione accertata, di oltre duemila pezzi, è stata confermata lo scorso febbraio, in un momento in cui l’ONU denunciava che "quasi il 70%" della Striscia di Gaza era stato raso al suolo.

Una bomba GBU–39. Immagine dal sito MBDA
Una bomba GBU–39. Immagine dal sito MBDA

Le indagini hanno verificato almeno 24 attacchi condotti con queste armi, tutti con vittime civili: oltre 500 i morti documentati, tra cui almeno 100 bambini. Nel mirino, anche scuole trasformate in rifugi, tendopoli di sfollati, abitazioni e persino una moschea durante la preghiera mattutina. Uno degli episodi più gravi è avvenuto nella notte del 26 maggio 2024, quando una GBU-39 colpì la scuola Fahmi al-Jarjawi nella città vecchia di Gaza, dove decine di famiglie si stavano rifugiando. Il bilancio fu di 36 morti, metà dei quali bambini.

Cos'è MBDA e cosa c'entra l'italiana Leonardo

Ebbene, nella realizzazione di questi ordigni letali c'è anche lo zampino di Leonardo Spa – società italiana a controllo pubblico leader nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, e il cui maggiore azionista è il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Leonardo è una delle tre società azioniste di MBDA, la principale azienda europea nel settore della difesa, specializzata nella progettazione e produzione di missili e sistemi missilistici per tutte le forze armate (terra, mare e aria).

Nello specifico, MBDA è una joint venture tra tre grandi gruppi industriali – Airbus (Francia/Germania, quota di partecipazione del 37,5%); BAE Systems (Regno Unito, quota di partecipazione del 37,5%) e per l'appunto Leonardo (Italia, quota di partecipazione del 25%) – che nel 2024 si sono spartite circa 423 milioni di euro di dividendi; MBDA ha anche una divisione italiana con sedi a Roma, La Spezia e Fusaro, in Campania. Ai vertici del gruppo industriale c'è l'italiano Lorenzo Mariani, che dal primo aprile riveste il ruolo di Executive Group Director Sales & Business Development e che vanta anche importanti trascorsi proprio in Leonardo, dove ha ricoperto una serie di posizioni di crescente responsabilità, la più recente delle quali in qualità di Condirettore Generale e Direttore Business Operations.

Lorenzo Mariani
Lorenzo Mariani

Francesco Vignarca: "MBDA complice della devastazione a Gaza"

Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, ha spiegato a Fanpage.it che la compartecipazione della MBDA – e indirettamente di Leonardo – nel massacro di Gaza attraverso sistemi associati alle bombe impiegate da Israele deve destare "grande preoccupazione. È l’ennesima conferma della complicità, più volte denunciata, anche delle industrie europee nella devastazione che sta colpendo la Striscia a livelli mai visti da decenni, forse senza precedenti. Fin dall’inizio degli attacchi israeliani, come Rete Italiana Pace e Disarmo – insieme a numerose organizzazioni della società civile internazionale, tra cui la campagna Stop Arming Israel – abbiamo chiesto l’immediata sospensione di ogni fornitura di armi, diretta o indiretta, verso Israele".

Immagine

Vignarca sottolinea che "la questione MBDA è ancora più allarmante perché l’azienda è partecipata anche da Leonardo, colosso italiano della difesa a controllo statale. Non si può liquidare la questione dicendo che Leonardo detiene solo una quota di minoranza: chi fa parte di un consorzio industriale ha sempre margine d’azione, anche solo per dissociarsi da decisioni che violano principi umanitari e norme sul commercio internazionale di armamenti. Ricordiamo inoltre che MBDA è sotto osservazione anche da parte delle campagne per il disarmo nucleare, come l'International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), perché produce lanciatori destinati all’arsenale atomico francese. Per questo motivo, anche Leonardo figura nelle liste delle aziende che facilitano la produzione e il mantenimento di armamenti nucleari – armi di distruzione di massa vietate dal diritto internazionale umanitario. Anche in questo caso, Leonardo si difende affermando che si tratta di progetti esclusivamente francesi. Ma in un contesto industriale sempre più transnazionale, dove le aziende decidono dove e come produrre, è illusorio pensare che ciò escluda automaticamente ogni forma di responsabilità o coinvolgimento".

Il codice etico di MBDA e la posizione di Leonardo

Nel suo codice etico, MBDA si impegna a "prestare la massima attenzione nell'identificare e prevenire gli impatti negativi, diretti e indiretti, che le nostre attività possono avere sui diritti umani, sulle libertà fondamentali e sulla salute e sicurezza delle persone". L'azienda non ha tuttavia chiarito se intende interrompere la collaborazione con Israele. Dal canto suo, Leonardo ha affermato di "aver sempre agito nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali in materia di esportazione di equipaggiamenti militari".

Tuttavia secondo l'ultimo rapporto della Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, il progetto coloniale israeliano è sostenuto da una fitta rete di aziende e interessi economici: "La Leonardo gioca un ruolo fondamentale. Nella produzione di armi, nella consulenza tecnica, nello sviluppo di nuove tecnologie sempre votate ad avere un ulteriore ‘successo' bellico".

43 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views