“Buon Natale anche a quella feccia della sinistra radicale”: gli auguri di Donald Trump

Gli auguri di Natale dei personaggi pubblici non sono mai semplici auguri, spesso sono veri e propri manifesti politici diretti alla cerchia dei fedelissimi. In Italia ne è l'esempio lampante la "rivoluzione del presepe" nel videomessaggio di Giorgia Meloni. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump invece sceglie di rivolgersi in prima battuta ai suoi detrattori con un lungo post sul social X in cui senza mezzi termini, fin dal primo rigo, attacca "la feccia della sinistra radicale".
Buon Natale a tutti, compresa la feccia della sinistra radicale che sta facendo tutto il possibile per distruggere il nostro Paese, ma sta fallendo miseramente.
Un incipit muscolare, del tipo a cui Trump ci ha sempre abituati, che ricorda più l'attacco di un esponente dell'opposizione che il messaggio del presidente in carica.
Trump prosegue poi raccontando i successi ottenuti nonostante gli sforzi della sinistra per ostacolarlo, e inizia parlando di quelle che ormai sono diventate le sue bandiere: il contrasto all'immigrazione e la cancellazione dei diritti civili.
Non abbiamo più frontiere aperte, uomini negli sport femminili, transgender, o forze dell'ordine deboli.
Grazie all'assenza di contraddittorio che gli garantiscono i proclami sui social, Trump può menzionare anche i successi economici senza timore di essere smentito.
Ciò che abbiamo è un mercato azionario e un piano pensionistico 401K da record, i tassi di criminalità più bassi degli ultimi decenni, nessuna inflazione e, ieri, un PIL del 4,3%, due punti in più del previsto.
Infine, non poteva mancare al tema centrale che ha tenuto banco fin dal primo giorno della sua presidenza: quello dei dazi.
I dazi ci hanno dato migliaia di miliardi di dollari in crescita e prosperità e la sicurezza nazionale più solida che abbiamo mai avuto. Siamo di nuovo rispettati, forse come mai prima d'ora. Dio benedica l'America!!!
Un messaggio non proprio conciliante che mostra come gli Stati Uniti siano più che mai un paese attraversato da profondi contrasti e contraddizioni interne.