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Bin Laden fu fermato per eccesso di velocità ma il vigile non lo riconobbe

Secondo un dossier sulla permanenza del capo di Al Qaeda in Pakistan, Bin Laden fu fermato nella valle di Swat per eccesso di velocità ma l’agente non lo riconobbe.
A cura di Antonio Palma
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Osama Bin Laden, il principe del terrore che ha tenuto in scacco per anni le maggiori potenze occidentali, poteva essere arrestato durante un normale controllo di polizia per eccesso di velocità ma non fu riconosciuto dal vigile che lo fermò in Pakistan. L’episodio è raccontato da Maryam Al Kuwaiti, la moglie del guardaspalle di Bin Laden, ed è una delle tante testimonianze sulla vita dello sceicco saudita contenute nel dossier redatto dalle autorità pachistane dopo il raid di Abbottabad e rivelato dalla tv al Jazeera. Secondo il racconto della donna in una data imprecisata tra il 2002 e il 2003 nella valle di Swat in Pakistan una guardia fermò il veicolo sul quale si trovava il capo di Al Qaeda e alcuni complici semplicemente perché andava troppo veloce. A bordo si trovavano oltre a Bin Laden il guardaspalle e autista Ibrahim Al Kuwaiti e appunto la moglie di quest'ultimo.

La guardia pakistana non si accorse chi erano le persone in auto e dopo aver chiesto spiegazioni sulla velocità li lasciò andare. La donna non fornisce ulteriori dettagli limitandosi a confermare che il marito risolse tutto in breve tempo. La vicenda dell'eccesso di velocità è una delle tanti che nel rapporto portano alla conclusione che i servizi segreti e le autorità di polizia del Pakistan sono stati incompetenti e negligenti nella vicenda di Bin Laden. Secondo il dossier la permanenza di nove anni di Osama Bin Laden in Pakistan è stata possibile per "l’enorme incompetenza" degli organi statali e per l’incapacità dei servizi segreti militari a risalire ai suoi covi e complici, ma nel rapporto si accusa anche gli Stati Uniti di un vero atto di guerra sul suolo straniero e il raid dei Navy Sail ad Abbottabad è considerato una delle più grandi umiliazione militari.

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