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Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo

Attentato in RD Congo: morto ambasciatore italiano Luca Attanasio, uccisi anche un carabiniere e l’autista

L’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio, è rimasto ucciso in un attacco contro un convoglio delle Nazioni Unite a Kanyamahoro, nell’est del Paese. Nell’attentato è morto anche un carabiniere, Vittorio Iacovacci, oltre all’autista del convoglio. La vettura faceva parte di un convoglio della Monusco (la missione dell’Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo) che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue. La Farnesina conferma. Pare che l’obiettivo fosse proprio il diplomatico.
A cura di Biagio Chiariello
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L'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio è rimasto ucciso in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nella parte est del Paese, ha detto un portavoce del Parco di Virunga. Nell'attentato è morto anche un carabiniere, Vittorio Iacovacci, militare originario di Sonnino, in provincia di Latina ed effettivo al 13/mo Reggimento Carabinieri ‘Friuli Venezia Giulia' con sede a Gorizia. Deceduto anche l'autista del mezzo. Pare che l'obiettivo dell'attentato fosse proprio il diplomatico. La vettura faceva padre di un convoglio della Monusco (la missione dell'Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo) che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue. Massima attenzione da parte della Farnesina che sta seguendo gli sviluppi anche in relazione al possibile coinvolgimento di altri connazionali.

L'attentato in RD Congo

Stando alle ricostruzioni, vittima dell'imboscata è stato il convoglio di delegati del Programma alimentare mondiale (World food programme, Pam-Wfp) a una ventina di chilometri da Goma, nell'est della Repubblica democratica del Congo. Secondo le fonti, nel mezzo erano presenti anche funzionari dell'ambasciata d'Italia per una visita congiunta a un progetto del Pam. E una delle persone a perdere la vita sarebbe l'autista di una delle due vetture con a bordo i rappresentanti dell'organismo Onu, nonché una delle guardie del corpo della delegazione italiana.

L'ambasciatore italiano con alcuni bambini in RD Congo
L'ambasciatore italiano con alcuni bambini in RD Congo

Come è morto Luca Attanasio

La Farnesina conferma la morte dell'ambasciatore d'Italia nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e di un militare dell'Arma dei Carabinieri. Lo si apprende da una nota. "L'ambasciatore ed il militare stavano viaggiando a bordo di una autovettura in un convoglio della Monusco, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo". Un diplomatico di alto rango a Kinshasa ha spiegato all’Afp che Attanasio è morto “in seguito alle ferite riportate” dopo essere stato colpito dai proiettili esplosi dagli assassini contro il convoglio. L'ambasciatore è stato colpito "all'addome", secondo le stesse fonti, ed è stato trasportato all'ospedale di Goma "in condizioni critiche". Lì è deceduto.

Attanasio prima della partenza del convoglio
Attanasio prima della partenza del convoglio

Il carabiniere ucciso nell'attacco

Si chiama Vittorio Iacovacci, era un appuntato e aveva trent'anni il carabiniere rimasto ucciso nell'attacco perpetrato da un commando terroristico "con armi leggere". Originario di Sonnino, in provincia di Latina, il militare era effettivo al 13/mo Reggimento Carabinieri ‘Friuli Venezia Giulia' con sede a Gorizia ed era in servizio da settembre scorso all'Ambasciata italiana in Congo

Chi era l'ambasciatore Attanasio

Luca Attanasio aveva 43 anni ed era uno degli ambasciatori italiani più giovani nel mondo. "Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato – raccontava il diplomatico – non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace”. Nato a Saronno, in provincia di Varese, era sposato con Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell'associazione umanitaria ‘Mama Sofia' che opera nelle aree più difficili del Congo salvando la vita ogni anno a centinaia di bambini e giovani madri. Padre di tre bimbe, con la moglie lo scorso ottobre aveva ricevuto il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. Ha ricoperto diversi incarichi  diplomatici. Dal 5 settembre 2017 era capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, dove era stato riconfermato in qualità di Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC.

uca Attanasio con la moglie Zakia Seddiki e le suore della Sacra Famiglia di Spoleto
uca Attanasio con la moglie Zakia Seddiki e le suore della Sacra Famiglia di Spoleto

Ci sarebbe una terza vittima: l'autista del convoglio

Potrebbe esserci una terza vittima – oltre all'ambasciatore italiano e ad un carabiniere di scorta – nell'attacco di oggi nella parte orientale della Repubblica democratica del CONGO. Si tratterebbe dell'autista del convoglio sul quale viaggia Attanasio. Lo scrive l'Adnkronos, mentre sono in corso verifiche su altri italiani che potrebbero essere rimasti feriti nell'attacco contro il convoglio delle Nazioni Unite.

Dove è avvenuto l'attacco

L'attacco è avvenuto intorno alle 10 (le 9 italiane) presso la cittadina di Kanyamahoro, nella parte orientale del Paese. Sono molti i gruppi armati che operano nella zona dei monti Virunga, fra Congo, Ruanda e Uganda, e spesso prendono di mira i ranger del parco, famoso per i gorilla di montagna. "L'attacco ha avuto luogo circa 15 km a nord della città di Goma, in pieno parco dei Virunga", scrive Actualite.cd. "La zona è ritenuta pericolosa a causa della presenza in particolare dei ribelli della Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) che tendono imboscate sulla RN4 a partire dal parco", ricorda il sito.

Il convoglio dell'Onu dopo l'attacco
Il convoglio dell'Onu dopo l'attacco

Il cordoglio del mondo politico

Unanime il cordoglio del mondo politico e istituzionale italiano alla tragica notizia della morte dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci. "Ho accolto con sgomento la notizia del vile attacco che poche ore fa ha colpito un convoglio internazionale nei pressi della città di Goma uccidendo l’Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista. La Repubblica Italiana è in lutto per questi servitori dello Stato che hanno perso la vita nell’adempimento dei loro doveri professionali in Repubblica Democratica del Congo" ha scritto il Presidente Sergio Mattarella, aggiungendo: "Nel deprecare questo proditorio gesto di violenza gli italiani tutti si stringono nel cordoglio intorno alle famiglie delle vittime, cui desidero far pervenire le condoglianze più sentite e la più grande solidarietà". In una nota di Palazzo Chigi invece afferma: "Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio del Governo e suo per la tragica morte di Luca Attanasio, Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Democratica del Congo, e di Vittorio Iacovacci, appuntato dei Carabinieri che lo accompagnava a bordo di un convoglio a Goma. Il Presidente del Consiglio e il Governo si stringono ai familiari, ai colleghi della Farnesina e dell'Arma dei Carabinieri".

Il comunicato del WFP in merito all'attacco

L’Agenzia ONU World Food Programme ha rilasciato un comunicato ufficiale in merito a quanto accaduto oggi 22 febbraio in Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Il WFP "esprime le sue condoglianze e la sua vicinanza alla famiglia, ai colleghi e agli amici delle tre persone uccise, oggi, in un attacco a una delegazione che viaggiava per una visita sul campo nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Altri passeggeri che viaggiavano con la delegazione sono stati feriti nel corso dell’attacco.

Le tre vittime sono l’Ambasciatore italiano nella RDC, Luca Attanasio, un funzionario dell’Ambasciata italiana e un autista del WFP.

La delegazione era partita da Goma ed era in viaggio diretta in visita ad un programma di alimentazione scolastica del WFP a Rutshuru quando l’attacco ha avuto luogo.

Il WFP lavorerà con le autorità nazionali per determinare  i dettagli dell’attacco, che è avvenuto su una strada che era stata precedentemente dichiarata sicura per viaggi senza scorte di sicurezza.

Il WFP è in stretto contatto con le autorità italiane attraverso i suoi uffici della sede di Roma e nella RDC.

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