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Conflitto Israelo-Palestinese

Arrivata a Gaza la nave con 200 tonnellate di cibo di Open Arms e World central kitchen

Sono iniziate le operazioni di scarico del cibo trasportato dalla nave di Open Arms. Nel frattempo Hamas ha proposto un nuovo scambio di prigionieri con Israele.
A cura di Davide Falcioni
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La prima spedizione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso un corridoio marittimo aperto da Cipro è arrivata sulla costa dell'enclave palestinese, dove sono iniziate le operazioni di scarico di 200 tonnellate di cibo. La missione è stata organizzata in modo congiunto dalle Ong Open Arms e World Central Kitchen. L'organizzazione sta in queste ore "scaricando la chiatta che ora è collegata al molo temporaneo" costruito a sud-ovest di Gaza City.

La spedizione – frutto di mesi di lavoro – è stata autorizzata da Israele ed ha visto la stretta collaborazione tra World central kitchen (Wck), organizzazione fondata dallo chef José Andrés, che ha messo a disposizione tonnellate di riso, farina, legumi, verdure in scatola e proteine, e Open Arms, che dal canto suo ha provveduto al trasporto. Wck disponeva già di squadre arrivate a Gaza all'inizio della guerra e si è occupata anche della costruzione di un molo per poter scaricare gli aiuti.

Come ha spiegato ieri a Fanpage.it la portavoce di Open Arms, Laura Lanuza, Tel Aviv ha fin da subito "assunto il coordinamento e la supervisione dopo aver ispezionato tutti i prodotti che intendevamo trasportare e controllato ogni centimetro della nave. Insomma, ci sentiamo tranquilli che il nostro viaggio possa andare per il meglio, ma sappiamo anche che tutto potrebbe cambiare da un momento all'altro".

Hamas propone scambio di prigionieri con Israele

Emergono intanto nuovi dettagli sulle proposte inoltrate da Hamas per uno scambio di prigionieri con Israele. Stando a quanti appreso da Al Jazeera il gruppo palestinese che amministra la Striscia di Gaza propone un accordo in tre fasi, ciascuna delle quali della durata di 42 giorni. Per ogni soldatessa che fosse liberata vivo, Hamas esige il rilascio di 50 prigionieri palestinesi, di cui 30 condannati all'ergastolo. Inoltre Hamas richiede un ritiro delle forze israeliane da due importanti strade che attraversano la Striscia di Gaza nella sua lunghezza: la al-Rashid (la strada costiera) e la Sallah a-Din, che corre all'interno. Questo ritiro dovrebbe facilitare il transito di aiuti umanitari per la popolazione. All'inizio della seconda fase, inoltre, dovrebbe entrare in vigore un cessate il fuoco permanente, che sarebbe seguito dalla liberazione degli ostaggi israeliani giudicati da Hamas in età militare.

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Blinken conferma: "Trattative in corso"

L'esistenza di una nuova trattativa per giungere a una tregua è stata confermata dal segretario di stato USA Antony Blinken: "Per quanto riguarda gli ostaggi, sì, c'è stata una controproposta avanzata da Hamas. Ovviamente non posso entrare nei dettagli di ciò che ciò comporta. Ma quello che posso dirvi è che stiamo lavorando intensamente con il Qatar e con l'Egitto, per colmare i divari rimanenti e per cercare di raggiungere un accordo". Rispondendo ad una domanda sui rapporti tesi con Israele, il segretario di stato ha precisato la "la forza di una buona alleanza è riuscire a parlare in modo chiaro, schietto e diretto" e che il presidente Biden continuerà a lavorare con il governo israeliano qualunque sia la convinzione dei partiti.

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