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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Almeno 60 i morti dopo i raid di Israele sulla Striscia di Gaza: colpito campo profughi di Jabalia

Sono 60 le persone decedute nei raid aerei di Israele sulla Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno colpito il campo profughi di Jabalia e la città di Khan Yunis. Tra le vittime anche 22 bambini di Deir Al Balah.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sarebbero almeno 60 le persone morte durante gli attacchi notturni compiuti dalle forze israeliane sulla Striscia di Gaza. I bombardamenti stanno proseguendo anche in mattinata. A riferirlo è Al Jazeera, emittente qatarina. Almeno 50 persone sono decedute nei raid lanciati prima dell'alba sul nord della Striscia palestinese, in particolare sulla città e sul campo profughi di Jabalia.

Tra le vittime dei raid israeliani ci sarebbero 22 bambini a Deir Al Balah. Gli altri attacchi sono stati registrati nel Sud, in particolare a Khan Yunis, dove sono decedute circa 10 persone. Ieri sera l'Idf ha ordinato l'evacuazione immediata dei civili del Nord della Striscia dopo il lancio di alcuni razzi su Israele partiti, secondo l'Idf, da quell'area.

Nel frattempo il presidente americano Donald Trump potrebbe presentare oggi dal Qatar il suo piano per la risoluzione del conflitto nella Striscia di Gaza. Questa sera, invece, è prevista la riunione del Consiglio di sicurezza Onu sullo Yemen, proprio in occasione di quello che per Israele è il 77esimo anniversario della creazione del suo Stato.

Il massimo funzionario umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha attaccato duramente Israele per le condizioni disumane imposte ai palestinesi, incluso il rischio di carestia. Si tratta di una delle condanne più forti da parte di un alto funzionario delle Nazioni Unite nei confronti di Tel Aviv.

Fletcher ha descritto il lavoro di coordinamento degli affari umanitari come "difficile" da quando Israele ha iniziato a bloccare l'ingresso degli aiuti a Gaza, più di 10 settimane fa. Fletcher ha chiesto di agire subito per prevenire il genocidio. "Vi chiedo di riflettere per un momento su quali azioni racconteremo alle generazioni future, – ha sottolineato – su cosa diremo di aver fatto per per fermare le atrocità del XXI secolo di cui siamo testimoni". "Questa domanda – ha proseguito – ci accompagnerà per il resto delle nostre vite".

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