A Gaza nuovo massacro: 92 uccisi in fila per gli aiuti. Per la prima volta l’Idf lancia operazione di terra

A Gaza ieri più di cento persone sono state uccise dagli attacchi israeliani. Di queste almeno 92, riferisce al Al Jazeera, sono state colpite mentre attendevano gli aiuti umanitari. Si tratta dell'ennesimo massacro, a nemmeno 24 ore dalla precedente strage che aveva visto una quarantina di palestinesi morire sotto i colpi dell'Idf mentre si trovavano nei pressi di due centri di distribuzione. Intanto oggi, per la prima volta dall'inizio della guerra, le truppe israeliane hanno lanciato l'offensiva via terra a Deir al-Balah.
Ricostruire l'esatta dinamica dei fatti è complesso. L'esercito israeliano ha dato una versione simile a quella fornita gli scorsi giorni, ovvero di aver sparato "colpi di avvertimento" nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti nel nord di Gaza per disperdere "una minaccia immediata per le truppe". Mentre migliaia di palestinesi si stavano radunando affamati in fila per gli aiuti, il fuoco israeliano ha mietuto altre vittime facendo salire ad oltre 58mila i morti e più di 140mila il bilancio dei feriti dall'inizio del conflitto.
L'Idf replica che i dati forniti sulle vittime non sono accurati, di essere "a conoscenza delle segnalazioni di vittime nella zona", ma che "un esame preliminare mostra che il numero riportato di vittime non corrisponde alle informazioni esistenti". Sul caso è intervenuta anche la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la controversa organizzazione israeloamericana che gestisce alcuni dei convogli umanitari e che ha rimpiazzato le Nazioni Unite, negando qualsiasi coinvolgimento nell'episodio. "Come nella maggior parte degli incidenti violenti, anche questo non è legato a Ghf, contrariamente a quanto erroneamente suggerito da alcuni media", ha dichiarato.
L'Idf lancia l'offensiva via terra a Gaza
L'esercito israeliano ha lanciato per la prima volta un'operazione di terra a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, oltre a quella aerea, provocando nuove ondate di sfollamenti tra i civili. L'operazione è iniziata questa mattina, poche ore dopo l'ordine di evacuazione diramato dall'Idf. Secondo quanto riporta la Bbc carri armati e i veicoli militari israeliani sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante. Migliaia di residenti sono fuggiti dalla città nella notte per raggiungere la zona costiera di al-Mawasi, vicino a Khan Younis, una delle poche regioni in cui è ancora possibile trovare rifugio per i migliaia di palestinesi sfollati. Secondo quanto riferito l'attacco potrebbe essere diretto a creare un nuovo corridoio che isolerebbe Deir al-Balah dalla circostante regione centrale di Gaza. Se confermato, questo sarebbe il terzo asse di questo tipo, dopo l'istituzione di rotte militari israeliane attraverso il corridoio di Netzarim, nella parte meridionale di Gaza City e l'asse Morag a Rafah.
I dubbi del cardinale Parolin
L'episodio sarà oggetto di ulteriori indagini, assicura Israele, mentre nei suoi confronti cresce l'irritazione della comunità internazionale. Ieri all'Angelus Papa Leone XIV ha chiesto nuovamente che "si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto". L'attacco di giovedì scorso contro la Chiesa della Sacra Famiglia, che ha scatenato persino la reazione di Meloni, finora tenutasi su posizioni piuttosto morbide nei confronti di Netanyahu, era stato definito un "errore" da parte del premier israeliano, ma il cardinale Pietro Parolin sostiene che sia legittimo dubitare della versione fornita e chiedersi "se c'è stata una volontà di colpire una chiesa cristiana sapendo quanto i cristiani sono un elemento di moderazione nel Medio Oriente".
A che punto sono le trattative per il cessate il fuoco
Attualmente le trattative per un cessate il fuoco proseguono a rilento. Hamas ha fatto filtrare ottimismo, affermando che "i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti" e che ci sarebbe "terreno fertile" per un annuncio a breve. "La pressione americana sta funzionando", sostengono. Eppure Israele sembra voler tirare dritto, incurante delle condizioni impietose in cui sopravvivono i palestinesi, tra fame, carestia e denutrizione. È di ieri infatti, la decisione dell'esercito di Tel Aviv di allargare le sue operazioni di terra a Gaza fino a Deir al-Balah, una delle poche località dove ancora non si era spinto. Per la prima volta dall'inizio del conflitto è stato emesso un ordine di evacuazione per i residenti nella zona sud-occidentale della città, nel centro della Striscia. Le truppe hanno allargato le operazioni anche nell'area di Jabalya, nel nord, dove i soldati "operano contro le organizzazioni terroristiche della zona", hanno fatto sapere annunciando di aver smantellato tunnel sotterranei lunghi 2,7 chilometri e profondi circa 20 metri.
L'irritazione di Washington: "Bibi si comporta come un pazzo"
Nel frattempo cresce l'irritazione della comunità internazionale. Mentre a Tel Aviv proseguono le proteste degli israeliani per un accordo per il rilascio degli ostaggi, segnali di tensione sarebbero arrivati anche dalla Casa Bianca dopo gli attacchi contro la Siria, culminati con i bombardamenti di Damasco. "Bibi si è comportato come un pazzo. Bombarda tutto in continuazione", ha detto un funzionario della Casa Bianca ad Axios, osservando come le azioni di Netanyahu – che al momento sarebbe bloccato a casa da un'intossicazione alimentare – potrebbero "indebolire quello che Trump sta cercando di fare". Secondo altri due alti funzionari Usa, "la sensazione è che ogni giorno ci sia qualcosa di nuovo" e Netanyahu "a volte è come un bambino che non si comporta bene"