Moody’s boccia la manovra di Monti. Ma in aiuto del professore arriva Juncker

Chi si aspettava che il Decreto Salva Italia riuscisse a frenare le preoccupazioni delle agenzie di rating italiane nei confronti dell'economia del Belpaese dovrà rivedere sicuramente le sue previsioni. Dopo l'ultimo declassamento di Fitch, che fatto seguito al taglio di due settimane fa di Standard & Poor's, ora è la terza delle sorelle del rating ad emettere il proprio verdetto. Giudizio che tocca, in particolare, le misure del governo Monti.
Meno redditi e PIL giù del 1%
Moody's si è infatti espressa in merito all'inadeguatezza della manovra di correzione dei conti dell'esecutivo tecnico che «ridurrà il reddito disponibile delle famiglie attraverso un taglio dei trasferimenti e un aumento delle tasse» e i debitori «avranno maggiori difficoltà nei loro pagamenti». Secondo l'agenzia internazionale il Pil italiano si contragga dell'1% nel 2012 dopo essere cresciuto dello 0,6% nel 2011. Una stima che sembra far eco a quella altrettanto avvilente del Fondo monetario internazionale che ha certificato la recessione anche nel 2013 per l'Italia.
Aumenta il tasso di disoccupazione
Gli esperti di Moody's prevedono, inoltre, un aumento del tasso di disoccupazione all’8,8% nel 2012 dall’8,2 del 2011. Conseguenza di tale rialzo potrebbe essere la contrazione dei prezzi degli immobili a causa dell'aumento dell'imposizione sulle proprietà immobiliari. «I prezzi delle case- scrive l'agenzia- soffriranno a causa delle alte tasse sulla proprietà».
Juncker: «Italia ha ritrovato la ragione»
Ma se l'agenzia internazionale sembra non aver fiducia nel lavoro Monti, un giudizio positivo è quello che arriva invece dal presidente dell'Eurogruppo e premier di Lussemburgo, Jean Claude Juncker: «Mi sembra che l'Italia abbia ritrovato il cammino della ragione», ha detto. Ma Juncker non nasconde i suoi timori per la situazione di Eurolandia, «sull'orlo di una recessione tecnica».Le «previsioni macro-economiche non sono buone» e per questo «credo che si dovrebbe ora portare l'attenzione sulla creazione della crescita».