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Lavorare di domenica non è obbligatorio: lo dice la Cassazione

Secondo la Corte di Cassazione non può essere punito dall’azienda un dipendente che, per motivi religiosi, si rifiuta di lavorare la domenica.
A cura di Davide Falcioni
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Il lavoro domenicale non è obbligatorio. La Corte di Cassazione ha infatti sancito che non può essere punito dall'azienda un dipendente che, per motivi religiosi, si rifiuta di lavorare la domenica. Con la sentenza 3416 la suprema corte ha deciso di respingere il ricorso di Poste Italiane contro Luigi L, un lavoratore del Centro meccanizzato di Peschiera Borromeo (Milano), che, per due domeniche consecutive, non si era presentato al lavoro per non mancare alla messa domenicale e ai precetti religiosi sulla "giornata di riposo".

Era il 1999 quando Poste Italiane in via sperimentale introdusse il turno domenicale nel Centro di Peschiera Borromeo, estendendo poi tale turno anche ad altri reparti senza però raggiungere un accordo sindacale. La decisione dell'azienda aveva sollevato le proteste dei dipendenti, soprattutto di quelli di religione cattolica che intendevano la domenica "come momento religioso e di pratica di fede". I sindacati ovviamente avevano appoggiato la protesta e così anche Luigi L. che, nel 2004, aveva riferito a Poste Italiane di non voler lavorare la domenica e nelle altre festività cristiane, dando però la disponibilità a recuperare in altre giornate.

Luigi era stato coerente fino in fondo e per due domeniche non si era presentato in ufficio, ricevendo in cambio la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione da parte di Poste Italiane. Punizione ritenuta eccessiva dal lavoratore ma anche dalla Cassazione, che ha anche valutato positivamente la disponibilità del dipendente a lavorare nei giorni successivi. I magistrati per finire hanno dato atto del fatto che "esisteva una iniziativa sindacale in corso e una richiesta individuale di non assegnazione a turni domenicali per motivi religiosi (esercizio del diritto di culto), circostanza di cui Poste Italiane era a piena conoscenza e che portarono nel periodo immediatamente successivo alla soppressione del turno domenicale".

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