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Istat: il Pil nel 2015 è salito dello 0,6%. Confcommercio: “C’è ripresa, ma senza slanci”

Il 2015 era iniziato a +0,4%, seguito da un +0,3% e da un +0,2%, mentre nell’ultimo trimestre dell’anno la crescita si è fermata a +0,1%. L’indicatore di Confcommercio a gennaio traccia invece un rialzo dei consumi dell’1,4% rispetto al primo mese del 2015 “C’è una ripresa ma senza slancio” avverte l’associazione. “
A cura di Biagio Chiariello
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Buone – o meglio buonine – notizie dall’Istat in riferimento ai dati sull’economia italiana e da Confcommercio per i consumi. Nel quarto trimestre 2015 il Pil (espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato) è cresciuto dello 0,1% sul trimestre precedente e dell'1% nei confronti del quarto trimestre del 2014. "Nel corso dell'anno la crescita congiunturale ha mostrato un progressivo indebolimento", scrive l'Istituto di statistica nella nota a commento dei dati. Il 2015 era iniziato a +0,4%, seguito da un +0,3% e da un +0,2%. La crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,2%, aggiunge l'Istat nei suoi dati sul quarto trimestre del 2015. Lo scorso anno il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario, è quindi aumentato dello 0,6%. L’istituto nazionale di statistica evidenzia come il 2015 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al 2014. La variazione acquisita per il 2016 è pari a 0,2%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna, continua l’Istat, sono aumentati in maniera importante, con incrementi dello 0,3% per i consumi finali nazionali e dello 0,8% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dell’1,0% e dell’1,3%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,4 punti percentuali alla crescita del PIL, con apporti di 0,2 punti decimali dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) e di 0,1 punti decimali sia della spesa della Pubblica Amministrazione, sia degli investimenti fissi lordi. E ancora l'Istat evidenzia un andamento congiunturale positivo per il valore aggiunto dell’industria e dei servizi (+0,1% per entrambi i settori), mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è calato dello 0,1%. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell’agricoltura è aumentato dell’8,4%, quello dell’industria dell’1% e quello dei servizi dello 0,5%.

Per quanto riguarda il capitolo consumi, l’indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) segnalo, a gennaio 2016, un’invarianza rispetto al mese precedente ed una crescita dell’1,4% tendenziale. "C'è una ripresa ma senza slancio" evidenzia l'associazione di categoria. "Il dato rilevato nell’ultimo mese ha determinato una modesta crescita della media mobile a tre mesi, confermando una modesta tendenza al recupero" si legge nell’ultimo rapporto di Confcommercio. "Il profilo della domanda delle famiglie – si legge nella nota – appare in linea con quanto registrato da altri indicatori congiunturali che, pur mostrando un progressivo miglioramento del quadro economico, tradiscono l'assenza di slancio della ripresa e il permanere di elementi di incertezza sulle prospettive a breve. Il contesto interno associato alle preoccupazioni sull'evoluzione del quadro internazionale ha determinato a febbraio un arretramento del clima di fiducia delle famiglie, che permane comunque su livelli elevati".

Per quanto riguarda le singole macro-funzioni di spesa, l'unico incremento importante ha interessato la spesa per beni e servizi per le comunicazioni (+0,5%). Variazioni positive, seppur lievi, si sono riscontrate per i beni e servizi per la mobilità (+0,1%), i beni e servizi per la comunicazione (+0,1%), i prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,1%) e per la spesa per abbigliamento e calzature (+0,1%). Stabile la spesa per beni e servizi per la cura della persona, ferma anche a dicembre, sia quella per beni e servizi per la casa, che nel mese precedente aveva registrato una riduzione. In flessione è risultata la spesa per beni e servizi ricreativi (-0,3%), dopo il dato positivo di dicembre. In calo, per la prima volta dopo diversi mesi, anche i consumi relativi agli alberghi, i pasti e consumazioni fuori casa (-0,1%).

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