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Fmi, la crisi è peggiore del previsto: l’Italia è il Paese più colpito con crollo del Pil al -12,8%

Il Fondo monetario internazionale rivede a ribasso le stime di crescita per il 2020: il dato peggiore è proprio quello che riguarda l’Italia, per cui si prevede un crollo del Pil del -12,8%. Peggio di noi nessuno, solo per la Spagna si registrano le stesse proiezioni. Gli economisti del Fondo parlano anche di conseguenze catastrofiche per il mercato del lavoro a livello globale, calcolando che si perderanno circa 300 milioni di posti di lavoro. E avvertono: la ripresa sarà più lenta del previsto.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rivisto a ribasso le stime di crescita economica per il 2020, annunciando allo stesso tempo che la ripresa per il prossimo anno sarà ancora più lenta di quanto inizialmente previsto. I dati rivelano un quadro decisamente più nero di quanto comunicato qualche mese fa, ad aprile. E la fotografia peggiore è proprio quella che riguarda l'Italia, per cui si prevede un Pil in picchiata al -12,8%. Peggio di noi nessuno, solo la Spagna presenta esattamente le stesse proiezioni. Per quanto riguarda le economie avanzate, in generale si prevede una contrazione dell'8%, mentre per l'Eurozona si calcola un -10,2%: una media comunque al di sopra di quanto ci si aspetta per l'economia italiana. Male anche la Francia, con il -12,5. Parigi, tuttavia, per il 2021 dovrebbe crescere del 7,3%, mentre per il nostro Paese si attende una ripresa più lenta, al 6,3%.

Secondo il ministro dell'Economa, Roberto Gualtieri, le stime del Fondo monetario internazionale sarebbero troppo "pessimistiche". Anche le previsioni del Tesoro di una contrazione del Pil italiano dell'8% per il 2020 sarebbero a ribasso, ha aggiunto Gualtieri, sottolineando che comunque "non sono altrettanto pessimistiche di quelle ad esempio oggi del Fmi, peraltro per tutti i Paesi europei". Ad ogni modo, gli economisti del Fondo parlano di conseguenze "catastrofiche" per l'economia mondiale e di circa 300 milioni di posti di lavoro in fumo. Se il Pil del nostro Paese si trovasse davvero a cadere del 12,8, ci sarebbero pesantissime conseguenze per i conti pubblici italiani. Il debito salirebbe dal 134,8% al 161,1%.

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Per quanto riguarda l'economia mondiale, il Fondo calcola un -4,9% per il 2020, 1,9 punti percentuali in meno rispetto a quanto ipotizzato ad aprile. Per la prima volta, scrivono gli economisti del Fmi, in tutto il mondo le previsioni sono negative. "I dati economici di aprile indicavano un declino senza precedenti a causa della pandemia di Covid-19. Ma quelli successivi ci mostrano una recessione ancora più profonda", afferma il report. Che parla poi di un "impatto catastrofico al mercato del lavoro globale". Il Fmi sottolinea come l'Europa abbia contenuto in modo efficace le conseguenze con programmi volti alla salvaguardia dei posti di lavoro. Tuttavia, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro si perderanno fino a 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

"Una forte cooperazione multilaterale rimane essenziale su più fronti", continua il report sottolineando come i leader politici debbano lavorare fianco a fianco "per risolvere le tensioni commerciali e tecnologiche che mettono in pericolo un eventuale recupero dalla crisi di Covid-19". Infine, il Fmi cita la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra registrata durante i mesi di lockdown, sollecitando i governi a continuare a impegnarsi per la lotta ai cambiamenti climatici. "La comunità globale deve agire ora per evitare il ripetersi di questa catastrofe costruendo scorte globali di forniture e attrezzature di protezione essenziali, finanziando la ricerca e sostenendo i sistemi di sanità pubblica e mettendo in atto modalità efficaci per fornire aiuti ai più bisognosi", concludono gli economisti del Fondo.

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