Btp Valore 2025, i consigli dell’esperto di finanza: a chi conviene comprarli e come funzionano

Il 20 ottobre 2025 partirà l'emissione di nuovi Btp Valore, titoli di Stato dedicati agli investitori retail. Il 17 ottobre si conosceranno i rendimenti minimi e il codice ISIN per acquistarli: per il momento si sa che avranno una durata di sette anni, rendimenti crescenti con meccanismo ‘step-up' e un premio fedeltà finale dello 0,8%. Fanpage.it ha fatto alcune domande a Gian Marco Salcioli, esperto di finanza e analista di Assiom Forex (associazione degli operatori dei mercati finanziari), per capire meglio come muoversi.
Iniziamo da una domanda di base: cosa sono i Btp e a cosa servono?
Sono dei titoli obbligazionari emessi dallo Stato per finanziare il debito pubblico italiano, che a fine luglio ha superato i 3mila miliardi di euro. Questa è la funzione di tutti gli strumenti finanziari, ma i Btp sono tra i più utilizzati: costituiscono il 72% del debito pubblico italiano. Normalmente il Btp è il titolo che ha le più lunghe scadenze, e i Btp ‘classici' hanno un rendimento fisso, anche se con i Btp Valore è stata decisa una gestione leggermente diversa.
I Btp Valore 2025 durano sette anni, e il rendimento salirà per due volte: dopo tre anni, e poi ancora dopo un biennio. È il cosiddetto step-up 3+2+2. In più, c'è un premio fedeltà alla fine dello 0,8% per chi non l'ha mai venduto. Sono misure che puntano a convincere chi li compra a tenerseli per tutta la durata?
Sì, è così, ed è un meccanismo che finora mi pare funzioni. Il meccanismo di step-up è innovativo perché normalmente il Btp sale di prezzo – e quindi chi l'ha comprato è contento – se i tassi d'interesse nominali scendono, come è successo negli ultimi anni con i tagli della Bce. Ma in questa situazione il fatto che le cedole siano fisse può spingere i detentori dei titoli a venderli. Invece vedere cedole crescenti invoglia a mantenere i titoli fino a scadenza.
Anche la scelta di erogare le cedole con gli interessi ogni tre mesi va nella stessa direzione?
Sì, e l'aspetto delle cedole trimestrali è molto piaciuto. Danno l'impressione di una ‘integrazione' allo stipendio, apprezzata dai piccoli risparmiatori e anche da quelli con patrimoni più grandi. Avere la scadenza di marzo aggiuntiva rispetto a quella di giugno significa avere una somma a disposizione per pagare una retta scolastica, o universitaria, o altre spese ricorrenti, per esempio.
Perché allo Stato interessa fare in modo che i Btp non vengano rivenduti spesso?
I mercati hanno una componente speculativa, che può avere un ruolo positivo e negativo. In questo momento ad esempio la speculazione avvantaggia i titoli degli Stati italiani, perché si riconosce la disciplina di bilancio, la stabilità politica e così via.
Quindi, "l'impressione" che uno Stato dà di sé è importante.
Sì, e in gran parte, il mercato è costituito dai grandi investitori istituzionali e dai fondi speculativi a leva. Se invece il debito pubblico di un Paese è gestito da molti piccoli risparmiatori domestici, è considerato meno ‘attaccabile'.
Tra l'altro non escludo che questa emissione di Btp Valore abbia aiutato l'upgrade del rating dell'Italia: può aver dato l'impressione che il debito pubblico italiano sia più stabile. Oggi i Btp retail compongono il 15% del debito pubblico.
Come accennava, la Bce ha tenuto fermi i tassi d'interesse per due volte di fila, e sembra che siamo in un periodo di stabilità da questo punto di vista. Questo cambia le valutazioni che deve fare chi sta pensando di comprare Btp Valore?
Sì, i tassi non sono visti in salita nei prossimi mesi. In anni di professione, ho visto più e più volte la paura del ‘rischio prezzo': il timore di vendere il titolo prima della scadenza e perderci, perché nel frattempo i tassi d'interesse sono saliti e quindi il prezzo è sceso. Invece la stabilità da questo punto di vista permette una maggiore tranquillità.
Sapremo solo il 17 ottobre quali sono i tassi di rendimento minimi dei nuovi Btp Valore. C'è una soglia che si può considerare ‘buona', sotto cui investire può essere meno conveniente?
Il Tesoro finora ha sempre offerto un premio all'emissione con un rendimento lordo leggermente superiore ai titoli assimilabili alla stessa scadenza, più alto dello 0,15% o 0,2%. In questo momento i Btp con scadenza a sette anni rendono il 3,13%. Quindi, se il ministero si comporta in modo simile al passato, farà uscire i Btp Valore con rendimento a scadenza calcolato attorno al 3,3%.
C'è una categoria di investitori che può essere particolarmente interessata ai Btp Valore?
Gli incentivi sono la tassazione agevolata al 12,5%, che riguarda tutti i Btp in generale, e l'esenzione dalle imposte di successione. In più, gli investimenti in Btp sono esclusi dal calcolo dell'Isee fino a 50mila euro, per cui possederli non penalizza l'accesso a misure di sostegno assistenziale. Dal punto di vista degli aiuti fiscali, quindi, non ci sono particolari differenze rispetto ad altri titoli di Stato.
Il Btp Valore è stato molto più pubblicizzato rispetto ad altri strumenti finanziari del ministero dell'Economia, e per questo potrebbe attirare anche chi è poco pratico di investimenti. Che consigli ha per loro?
I consigli sono pericolosi, perché vanno inseriti bene nel contesto specifico di ciascuno. Ciò che posso dire è che i Btp Valore sono un buon strumento per chi vuole iniziare a saggiare come utilizzare un dossier titoli, o come imparare gestire un piccolo portafoglio, o anche diversificare rispetto ad altri investimenti che ha già fatto, se si vuole ridurre la volatilità del proprio portafoglio. Ma c'è un'avvertenza importante, a mio avviso.
Quale?
Questo titolo diciamo ‘dà il meglio' se lo si dimentica e se lo ti si tiene fino a scadenza. Il premio fedeltà, il flusso di cedole, lo step-up dei rendimenti: questo investimento secondo va messo da parte dopo averlo fatto, considerandolo una piccola rendita sicura per sette anni. Alcuni parlano di fare degli switch da un Btp Valore all'altro, o con Btp normali. Io non lo consiglierei.