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Boom dell’inflazione a febbraio (+5,7%), in arrivo una stangata da 2300 euro a famiglia

Continua l’impennata dei prezzi in Italia: ora l’inflazione è arrivata al 5,7%, spinta dal boom dei beni energetici. Ma a salire sono anche prodotti di consumo come pane e pasta.
A cura di Giacomo Andreoli
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I prezzi in Italia continuano a correre. Secondo l'Istat l'inflazione a febbraio, rispetto a 12 mesi fa, è salita del 5,7%, raggiungendo il record assoluto dal 1995 ad oggi. Su base mensile il progresso è dello 0,9%, a causa della spinta dei beni energetici. Benzina, gas e luce continuano a crescere in modo smisurato, a causa delle minori forniture dalla Russia, gli embarghi dovuti alla guerra e quel nervosismo dei mercati condito da "truffe" di qualche operatore italiano, come detto dal ministro Cingolani.

I loro prezzi passano dal progresso del 38,6% di gennaio a quello del 45,9% di febbraio. La componente non regolamentata (tra cui i carburanti) sale invece da un progresso del 22,9% a uno del 31,3%, mentre i prezzi dei beni energetici regolamentati (le tariffe di gas e luce a mercato tutelato), anche a febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (stabili a +94,6%).

Ma a salire è anche il prezzo di tanti beni di consumo, a partire da pane e pasta, con il costo del grano sempre più alto dopo lo scossone della pandemia da Covid-19, le gelate dei campi dei mesi scorsi e ancora una volta le minori forniture dalla Russia. Così, complessivamente, per l'ottavo mese consecutivo l'inflazione accelera, raggiungendo un livello oramai molto alto. L'inflazione acquisita per il 2022 arriva infatti già al 4,3%. Ma è forse destinata a salire ulteriormente: per Confcommercio, anche in assenza di peggioramenti sui fronti geopolitico ed energetico, un tasso medio per l'anno "superiore al 5% è ampiamente prevedibile". Secondo le associazioni dei consumatori la stangata potrebbe essere fino a 2.300 euro in più all'anno per ogni famiglia.

I prezzi dei prodotti alimentari salgono del 4,6%

Come sottolinea Coldiretti, in particolare i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande schizzano del 4,6%, con il rincaro dei beni energetici che si trasferisce su tutta la filiera agroalimentare. Nella top ten dei maggiori incrementi c'è l'olio di semi come il girasole importato dall'Ucraina (+19%), che ha dovuto interrompere le spedizioni. Seguono la verdura fresca (+17%) anche per gli alti costi di riscaldamento delle serre e la pasta (+12%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte.

Aumenti dei prezzi significativi fanno segnare nell'ordine pure: burro (+12%), frutti di mare (+10%), farina (+9%), margarina (+7%), frutta fresca (+7%), pesce fresco (+6%) e carne di pollo (+6%). E se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti ad agricoltori e allevatori, denuncia Coldiretti, non riescono, neanche a coprire i costi di produzione costretti a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali.

Per il balzo dei costi energetici l'agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all'anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti. Secondo il presidente Ettore Prandini "bisogna intervenire per contenere il caro energia e ridurre la dipendenza dall'estero per l'importazione di prodotti alimentari". Prandini sottolinea poi che "l'Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni, sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato e lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali".

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