
L’assemblea di Mediobanca avrebbe dovuto decidere se dire sì o no all'offerta lanciata dalla stessa nei confronti di Banca Generali. È prassi, conferma una fonte a Fanpage, nelle assemblee delle società quotate che i voti arrivino prima. Quindi è logico pensare che i vertici di Mediobanca sapessero già l’esito e che questo fosse negativo. Altrettanto logico pensare abbiano preferito non scendere in campo per farsi dire no dagli azionisti all’operazione con Banca Generali. L’altra operazione, occorre ricordarlo, è quella che vede Mediobanca preda del Monte Paschi di Siena. Gli azionisti di Piazzetta Cuccia preferirebbero quest’ultima? Non è detto. Quel che sappiamo è – vinca l’uno o l’altro – oggi accadrebbe con numeri risicatissimi e sarebbe in ogni caso una vittoria di Pirro.
Perché alcuni azionisti di Mediobanca votano "no"?
Il discorso è su due livelli. Uno è politico, ovvero gli osservatori restano convinti il governo voglia l'operazione Mediobanca – Monte dei Paschi di Siena e, per farlo, porti avanti i suoi proxy, in particolare l’editore e costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. L’imprenditore spinge per l’operazione con il Monte Paschi e il fatto che l'assemblea di Mediobanca sia stata annullata lo fa tornare alla ribalta. Il secondo livello è legato all’operazione. Caltagirone può stare simpatico o no ma, da importante azionista di Mediobanca, ha chiesto quindici giorni fa di rimandare l’assemblea per avere più dettagli sull’operazione con Banca Generali, della quale non si conoscono tutti i termini, per esempio quelli relativi agli accordi commerciali. Ipotizziamo che Generali si ritrovi le sue azioni in pancia pari al 13 per cento (la quota che Mediobanca le darebbe per avere Banca Generali) e comandi lo stesso in Banca Generali grazie a partnership assicurative di lunghissimo termine a suo favore. Chi vincerebbe in questo caso? Seguendo questa ipotesi è come se Mediobanca sborsasse più soldi di quanto afferma. Della tempistica di questi accordi non è dato sapere.
Che c’entra Unicredit?
Unicredit è un po’ come l’Inter che si è trovata in corsa per la Champions (Commerzbank) e lo scudetto (Banco BPM) ma come la Beneamata rischia di trovarsi alla fine con il cerino in mano. Ad ogni modo l'istituto capitanato da Orcel c'entra per due motivi: il primo, come anticipato da Dagospia e confermato da Bloomberg per quanto concerne la società (Unicredit possiede l'1,9 per cento di Mediobanca), direttamente e indirettamente (non nota posizione Orcel) ha comprato in questi mesi azioni di Mediobanca e può dire la sua sull’operazione Banca Generali. Vale la pena ricordare che all'assemblea di Generali Assicurazioni Unicredit ha sposato la posizione di Caltagirone (che aveva una sua lista per cambiare i vertici delle Generali, differente da quella di Mediobanca). Occorre ricordarlo perché poi Unicredit avrebbe fatto un esposto in procura contro alcuni azionisti di Mps, tra cui lo stesso Caltagirone. Unicredit smentisce di averlo fatto. Il Fatto Quotidiano scrive lo abbia fatto a Consob, la quale lo ha girato alla procura. Ma anche da Consob le bocche sono cucite.
Come forse sapete il Governo detiene una partecipazione in Mps che – con collocamenti specifici sul mercato – continua ad assottigliarsi. L’esposto, recepito dalla procura che avrebbe aperto un dossier, riguarda l’ultimo collocamento fatto in quattro e quattr’otto da Banca Akros sul 15 per cento posseduto dal governo in Mps. Alcuni broker sostengono di avere avuto ordini di hedge fund emessi appena saputo dell’Abb (così si chiama questo specifico collocamento) e non sono stati neanche presi in considerazione a favore di Caltagirone, Delfin, Anima e BPM che hanno tutte offerto un premio (altra particolarità dato che nel caso delle Abb non accade mai) per avere quelle azioni Mps. Da qui l’ipotesi ci sia stato un concerto tra loro per averle. Concerto tra loro e chi?
Il ruolo del governo e le nozze italo – francesi
È qui che i malpensanti si chiedono: il governo perché non ha fatto una vendita privata? Perché probabilmente voleva sembrare parte terza. L'obiettivo era realizzare un'operazione con parvenza di equità e trasparenza? Quanto dice l'esposto è grave, ben inteso, e se ci fossero delle conseguenze parte coinvolta sarebbe anche il governo. L'annullamento dell'assemblea di Mediobanca ha stupito anche perché il concerto come scritto vede tra i protagonisti anche Francesco Milleri. La cassaforte Delfin è azionista di maggioranza del gruppo francese di occhialeria EssilorLuxottica.
Lettera43 scriveva qualche giorno fa che l’Autorité des Marchés Financiers, autorità di vigilanza parigina, avrebbe potuto anche valutare una sospensione cautelativa di Milleri dal consiglio della holding qualora dall’esposto emergessero elementi importanti. Per questo molti davano per scontato che Milleri si distanziasse da Caltagirone all'assemblea di Mediobanca: le voci descrivevano un manager che cercava di smarcarsi da Caltagirone senza dare troppo nell’occhio, per evitare le accuse di concerto. Anche il governo francese – stando ai bene informati – ha qualcosa da dire sull’asse Caltagirone-Delfin, ma sulla partita inerente Generali Assicurazioni dato che il suddetto asse potrebbe bloccare l’operazione con i francesi di Natixis.
E ora?
E se adesso l’obiettivo fosse prendere tutto? Molto dipende dall'esito dell’offerta di Unicredit nei confronti del Banco BPM. Ma qualora non andasse a buon fine inizia a ipotizzarsi un'operazione che torni un po' alle origini: non solo MPS-Mediobanca (e quindi Generali) ma, in una fase successiva, anche il Banco BPM. Quest’ultima è una banca profittevole, vicina alle imprese del nord, molto cara alla Lega. Non sarebbe possibile lasciarla da sola e facile preda di altri, magari stranieri. Del resto non si racconta alcun segreto: in origine il sogno era BPM-MPS. Un progetto del genere a quel punto rafforzerebbe agli occhi di chi lo vuole talmente tanto l’italianità dell’azionariato di Generali da poter anche ammettere una fusione con i francesi, ma senza cedere la guida del gruppo di Trieste, custode dei risparmi degli italiani e attivo compratore dei nostri Btp.
