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Disoccupati, in cinque anni sono aumentati di 1,2 milioni. Pil giù dell’1,8%

I numeri del Ministero del Lavoro, tracciano un quadro drammatico sulla situazione lavorativa in Italia. A preoccupare sono soprattutto le persone nel Mezzogiorno e quelle con un livello di istruzione basso. Male anche il prodotto interno lordo, secondo le ultime stime Istat.
A cura di Biagio Chiariello
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In cinque anni gli italiani senza un lavoro sono aumentati a dismisura: 1,2 milioni di disoccupati in più. E' stato questo il costo della crisi economica, secondo quanto si evince dal documento sul piano Garanzia Giovani approvato dalla struttura di missione istituita dal ministero del Lavoro. Il dicastero guidato da Enrico Giovannini restituisce un quadro a tinte opache del mercato del lavoro evidenziando che "i giovani sono sicuramente la fascia di età maggiormente colpita dalla crisi occupazionale in atto". Del resto a settembre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è stato pari al 40.4%, secondo i dati dell'Istat. Numeri peraltro confermati anche dalla stima di oggi, 4 novembre, dello stesso Istituto di Statistica. I numeri dicono che il Pil crescerà dello 0,7%, dopo una contrazione dell'1,8% alla fine di quest'anno, mentre il tasso di disoccupazione "raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell'economia (+12,4%)".

Tornando ai dati del ministero del Lavoro, come recita il Piano “tra il 2007 e il 2012 la quota di occupati si è contratta di quasi 2 punti percentuali; l’unica componente della popolazione che ha visto incrementato il relativo tasso disoccupazione è stata quella dei 55-64enni, con un aumento di oltre 6 punti percentuali”. Un aumento figlio della riforma delle pensioni dell'ex ministro del Welfare, Elsa Fornero. L'allarme riguarda i giovani  “sicuramente la fascia di età maggiormente colpita", con una situazione "particolarmente grave" a Sud dove "il tasso di disoccupazione giovanile rasenta il 45% e quello di occupazione è bloccato al 13,2% (a fronte del 18,6% nazionale e del 32,8% della media europea)". Preoccupa sopratutto il fenomeno dei giovani 15-24enni non impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (i cosiddetti Neet), "stimati in circa 1,27 milioni pari al il 21% della popolazione di questa fascia di età, percentuale che supera il 30% in alcune delle più importanti regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Sicilia)”.

C'è da dire che le difficoltà in campo lavorativo condizionano anche i tempi di ricerca di un impiego: nel 2012 i disoccupati da da almeno un anno superavano il 52,5%, contro il 51,3% dell’anno prima ed il 46,8% del 2007. E naturalmente la disoccupazione colpisce specialmente le persone con titoli di studio più bassi: il tasso di occupazione cala del 3% per chi ha solo la licenza elementare, e del 5,4% per chi ha unicamente la licenza media.

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