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Ruggero: “Mi lasciarono coi debiti, oggi sono una star in Sud America grazie a Violetta, ma sogno l’Italia”

Ruggero, ex X Factor e protagonista delle serie Disney Violetta e Soy Luna, esordisce nella discografia italiana con Notti Italiane, dopo i successi in America Latina con Probablemente. Ruggero spiega a Fanpage cosa vuol dire la fama in Argentina e la voglia di tornare in Italia e cantare in italiano.
A cura di Vincenzo Nasto
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Ruggero, via Comunicato Stampa
Ruggero, via Comunicato Stampa

Dopo gli inizi a X Factor con Mara Maionchi e gli anni di successi in America Latina, dove è diventato un volto delle serie Disney da protagonista con Violetta e Soy Luna, Ruggero Pasquarelli è tornato. Dopo aver esordito nel 2016 nelle classifiche dell’America Latina con Probablemente, esordisce finalmente in Italia con il nuovo singolo Notti italiane. Qui l’intervista per Fanpage.

Come nasce Notti italiane e cosa ti ha spinto a provare un percorso nella musica italiana?

Sento che è l’inizio di un nuovo percorso, perché avevo voglia di ritornare a casa, in Italia, dopo tanto tempo in Argentina. L’anno scorso mi sono chiuso in studio alla ricerca di nuovi brani in spagnolo, poi sono tornato in Italia e mi sono reso conto, dopo tanto tempo, che l’italiano dà forma alla mia essenza, alla mia identità.

Eri spinto anche dal desiderio di tornare in Italia?

Ho posticipato per tanto tempo il ritorno, anche perché ho costruito un mio percorso in Argentina e in America Latina, grazie anche alla serie Disney. Vorrei abituare di nuovo il pubblico italiano a vedermi, di nuovo, come cantante.

Di cosa parla Notti Italiane?

Della connessione tra due persone, che anche a distanza, riescono a legarsi attraverso la musica in una notte italiana. Avevo passato una settimana a Pescara, tra serate e spiaggia con amici, che mi aveva regalato tutto l’immaginario che ho cercato di riportare anche nel video ufficiale.

C’è un certo senso di nostalgia nelle tue parole: quando è diventata impellente la voglia di ritornare?

Ho sempre sentito il bisogno di ritornare, anche perché avevo lontana tutta la mia famiglia. Non ho visto crescere mio fratello, abbiamo 10 anni di differenza, e poter condividere con lui il percorso musicale è stato bellissimo. Dopo il Covid nel 2020, ho sentito di voler cercare un mio percorso in Italia, in Europa.

E invece com’era stata la partenza 15 anni fa?

Non è stato semplice trasferirsi a 11mila chilometri di distanza, ma sono stato fortunato perché mi hanno circondato molte persone positive. Poi ho dovuto creare il mio spazio, affrontare le prime difficoltà nel vivere da solo, ma anche le esperienze con Disney con Violetta e Soy Luna.

Com’è stato girare le due serie Disney?

In Violetta ho avuto l’adrenalina degli inizi, ho dovuto adattarmi a una lingua nuova, ma più di tutto al successo inaspettato. In pochi avrebbero scommesso che sarebbe diventata tra le serie più famose al mondo, con tournée mondiali e migliaia di fan. Mi ricordo i 30mila in Piazza Duomo, quando abbiamo promosso la serie in Italia: sento di non aver compreso abbastanza quello che stava succedendo all'epoca.

Come mai?

Disney ti fa vivere cose bellissime, ma ti mette anche in una bolla: ti senti padrone del mondo per un attimo. Stesso discorso con Soy Luna, ma quando questi grandi progetti finiscono hai bisogno di ricominciare daccapo con un tuo percorso, trovare una tua identità per non rimanere "il personaggio di".

Hai vissuto questo pericolo?

Ho potuto osservare i miei colleghi di Violetta mentre giravo Soy Luna e ho capito tante cose. In quel personaggio ti potrebbero intrappolare le stesse persone che ti hanno seguito per tanto tempo. In America Latina ho dovuto utilizzare la terapia shock con il pubblico, mostrandomi per ciò che ero, anche da cantante, uscendo dai panni del protagonista Disney.

Reciteresti in italiano?

No, in questo momento voglio portare avanti il mio percorso musicale. Sarebbe stato molto più facile per me rimanere in America Latina per recitare, ho rifiutato tante produzioni.

E invece com’è arrivata la prima canzone in spagnolo?

L’ho lanciata nel 2016 perché c’era molta richiesta in quella lingua per il mio percorso Disney: si chiama Probablemente. Però mentre crescevano i numeri dopo 5 mesi, arrivando anche numero 1 in radio,  avrei avuto bisogno di un manager che mi accompagnasse nel promuovere la canzone. È accaduto esattamente il contrario: è scomparso e mi ha lasciato con dei debiti che inizialmente ho avuto difficoltà a gestire. Ho capito che il mondo dello spettacolo è circondato da tanti squali, ma sono sicuro che adesso riuscirei a muovermi meglio anche in queste difficoltà.

E la musica italiana in Argentina?

Non l'ho seguita per molti anni, perché ero preso dalle registrazioni delle serie Disney.

Prima esperienza canora mainstream è però X Factor.

Ma già prima, poi mi sono reso conto che il mio cammino musicale ha sviato un po’ verso la recitazione, ma già nel 2019 ho cominciato a volermi concentrare sulla musica. Di X Factor mi ricordo l’esperienza bellissima, soprattutto per un ragazzino come me. Mi ha dato la possibilità di confrontarmi con persone appassionate e mi ha permesso di capire cosa volessi fare nella vita. Devo ringraziare Mara Maionchi non solo per avermi scelto, ma anche per avermi guidato. Alcune volte ci siamo sentiti per messaggi, si è congratulata con me per ciò che stessi facendo in America Latina.

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