Perché dopo la morte di Stefano Benni molti ridono condividendo la Luisona del Bar Sport

La scomparsa di Stefano Benni, all'età di 78 anni, ha accelerato un processo di ricondivisione di alcune delle sue opere più importanti, soprattutto del suo romanzo d'esordio, Bar Sport, pubblicato nel 1976. Un immaginario narrativo che racconta la quotidianità della provincia italiana degli anni '70 in cui tutto il mondo da raccontare si trasferisce in un luogo surreale e lento come quello di un bar. In cui anche oggetti inanimati hanno una propria funzione, non solo descrittiva, ma d'appartenenza. Il calcio balilla, la pesca col boero, la bacheca, il telefono, ma prima di tutto questo: la Luisona. Per anni è stato identificato come un dolce dalle notevoli misure, con una forte presenza di cioccolato che lo ricopriva esternamente e la presenza di "quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva".
Perché il pubblico ride della descrizione della Luisona del Bar Sport
Ma godendo di una sua dimensione narrativa, la Luisona non è ciò che appare, non è solo ciò che rappresenta. Il dolce descritto da Benni si inserisce in una descrizione di una quotidianità lenta che si aggrappa alle sue abitudini per riconoscersi. Gli abitanti soliti del metamondo creato dall'autore bolognese non solo temono la visione e la digestione di un dolce "puramente coreografico", ma impongono la sua presenza nella scenografia. Lo si nota anche quando, l'elemento esterno, il rappresentante di Milano, viene "invitato a uscire nel generale disprezzo" dopo averla consumata. E questo elemento di familiarità, di leggerezza nell'osservare come la Luisona rimanga parte del racconto nostalgico di un'infanzia e dell'adolescenza che ha segnato più generazioni, è ancora attuale. Con la scomparsa di Benni, tra i ricordi più condivisi non solo dal pubblico, ma anche da altri autori, la Luisona rimane la rappresentazione più prossima della letteratura comica dell'autore romagnolo.
La nostalgia della provincia lenta e la trasformazione de "la modernità fighetta"
La Luisona, la decana delle paste, in bacheca dal 1959, è però un elemento vivo all'interno del racconto di Benni. Bar Sport infatti diventerà la prima tappa di un contesto che modificherà i suoi tempi, le sue immagini, anche i suoi codici linguistici. Avrà anche delle "sorelle", come la Palugona che tra gli ingredienti ha la farina di castagne e i canditi, ma anche la ghiaia e segatura: come effetto, a differenza degli "atroci dolori in un autogrill di Modena per il rappresentante milanese", avrà la "tendenza a formare un malloppo ostruttivo in bocca o in gola". La Luisona e la Patagona, nemiche giurate dell'idea di alimentazione corretta, rimangono lì, mentre il mondo, il "bar moderno", si trasforma, si rimpicciolisce. Il luogo della quotidianità diventa sempre più esclusivo e minimale, la sedentarietà provinciale viene trasformata da "la modernità fighetta".
Il video a 40 anni dalla pubblicazione di Bar Sport
Nel 2016, a 40 anni dalla sua pubblicazione, in un video realizzato con la casa editrice Giangiacomo Feltrinelli, Benni interpreta la sua evoluzione e quella del mondo circostante, attraverso la Luisona. Un rapporto d'amore e odio avuto con il romanzo, che ha fagocitato nella visione comune la sua carriera letteraria e teatrale. Ma allo stesso tempo, l'animo ribelle che decide di non lasciarsi trasportare passivamente dalla modernità è ancora lì: il rifiuto della mini-brioche, l'ode a una "pasta" che si contempla, ma non per il suo valore alimentare.
Lo spiraglio di un passato felice tra la granella in duralluminio
La Luisona diventa non più elemento surreale, appartenente ai cimeli di un luogo famigliare, ma ancora di un'identità che viene sempre più scomposta nella ricerca smodata di accontentare i gusti di un pubblico più ampio, più veloce. Il capitolo su la Luisona comincia con "Al bar Sport non si mangia quasi mai", un elemento in controtendenza rispetto alla natura commerciale di un bar, ma che allo stesso tempo racconta nella sua visione successiva il cambiamento, spinto dal capitalismo, dall'estremo bisogno di essere accettati. La Luisona invece è lì, immobile nel tempo e nello spazio, un desiderio recondito dell'uomo che trova nella ripetività incessante la sua zona di comfort. Che trova nella descrizione di una provincia lenta, legata alle tradizioni e al folklore dei suoi abitanti, anche quelli inanimati, lo spiraglio di un passato felice, leggero.