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Lo scrittore-spia a Cuba, Hemingway e il passato da agente dell’FBI

Il premio Nobel per la letteratura, secondo i documenti resi pubblici dall’FBI, è stato una spia antinazista a Cuba nel 1942. L’attenzione degli uomini dell’ente investigativo potrebbe essere all’origine del suo suicidio.
A cura di Antonio Palma
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Hemingway e Hotchner

Intrighi, personaggi famosi, 007 in azione in esotiche isole tropicali, morti improvvise e suicidi misteriosi, non stiamo parlando di un romanzo di avventura, ma all’opposto della storia di un grande scrittore, Ernest Hemingway. La scoperta del suo ruolo al servizio dell’FBI era avvenuta già negli anni 90, ma la nuova documentazione messa a disposizione dal dipartimento di sicurezza americano, potrebbe rivelare le pieghe più nascoste e misteriose della vicenda. Non che sia una novità trovare vecchie glorie del passato nel libro paga di qualche servizio segreto, ma la vicenda dello scrittore statunitense è piena di misteri e soprattutto porta con sé un suicidio non del tutto chiarito.

Secondo i rapporti portati alla luce dopo anni di segretezza, grazie al Freedom of Information Act, che toglie il segreto di stato a documenti del passato, il grande scrittore avrebbe assunto il ruolo di informatore sulle attività delle spie nazifasciste sull’isola di Cuba ininterrottamente per sette mesi tra il 1942 e il 1943. Nella nuova documentazione messa a disposizione da Aprile sul sito dell’FBI, si parla chiaramente di Hemingway come uomo dell’intelligence presso l’ambasciata americana all’Avana tra il ‘42 e il ’43, in una Cuba pre castrista e neutrale, dove le spie la facevano da padrone.

Il Premio nobel per la letteratura era di casa a Cuba, dove svolgeva frequenti viaggi di lavoro e di piacere e dove peraltro scrisse uno dei suoi romanzi capolavoro, ‘Il vecchio e il mare’. A convincerlo della nuova attività di controspionaggio all’Avana fu il suo amico Nathan Davis, ad Hemingway non parve vero di poter intraprendere questo nuovo viaggio da grande avventuriero qual era. Per l’ambasciatore americano all’Avana, Spruille Braden, era l’uomo giusto per tenere sotto controllo le spie nazi fasciste, grazie alle sue tantissime conoscenze soprattutto con gli uomini che avevano combattuto contro Francisco in Spagna e che poi si erano rifugiati a Cuba. Insomma proprio lui che fu accusato di comunismo negli anni trenta e che dai servizi segreti russi fu assoldato all’inizio degli anni 40, senza peraltro dare un grande contributo, ma Hemingway era comunque un fervente antifascista e spiare i nazisti era cosa ben accetta.

Una pagina del Documento dell'FBI

Per organizzare la missione a contrasto delle spie naziste nel 1942 lo scrittore diede vita ad un’organizzazione denominata Crime Shop, poco dopo sostituita dallo stesso Hemingway con il nome "Crook Factory". A prendere parte all’avventura fu anche la sua mitica imbarcazione, la "Pilar", camuffata a dovere per diventare una vera e propria nave civetta. Ma l’FBI non fu soddisfatta dei risultati, lo ritenevano poco affidabile, un ciarlatano, perché molte informazioni che aveva trasmesso si erano rivelate fasulle, addirittura qualcuno lo sospettava di essere doppiogiochista. Durante un’indagine sui metodi adottati dal gruppo, l’organizzazione fu smantellata nello stesso anno, e da qui in poi le notizie si fanno più sfumate anche perché Hemingway non tornò immediatamente in patria ma restò a Cuba fino al 1944. Nell’isola tornò diverse volte nel corso della sua vita e sempre si preoccupò di non avere agenti che lo pedinassero, molti lamentarono le sue crisi maniaco-depressive che lo facevano sospettare di tutto e di tutti, convinto di essere pedinato dall’FBI, vedeva ovunque agenti federali. Con un corpo martoriato da decine di malanni anche gravi, che gli impedivano di viaggiare, e le crisi depressive sempre più insistenti lo scrittore mise fine alla sua vita la mattina del 2 luglio, quando imbracciato un fucile, si sparò un colpo alla tempia.

In realtà le sue visioni, come hanno dimostrato poi i documenti, in molti casi erano vere. Il suo amico e biografo, Hotchner ancora oggi è convinto che la vera causa della morte dello scrittore sia stata l’Fbi, o meglio la sua depressione a causa dei pedinamenti di cui era oggetto. Hemingway tra l’altro era intenzionato a scrivere un romanzo sulla sua esperienza da spia che fece arrabbiare molto l’FBI, in fin dei conti per uno degli uomini più avventurosi che siano mai esistiti non era concepibile dover rimanere in una gabbia con una sorveglianza asfissiante.

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