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La storia della Nakba, cos’è e perché si parla della seconda per i palestinesi

Perché riferendosi alla guerra tra Israele e Palestina si parla di una nuova Nakba? Cos’è la Nakba?
A cura di Francesco Raiola
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Marcia per l'anniversario della Nakba (Darrian Traynor/Getty Images)
Marcia per l'anniversario della Nakba (Darrian Traynor/Getty Images)

La notizia data dal Times of Israel della volontà del primo ministro Benjamin Netanyahu di un reinsediamento "volontario" dei palestinesi da Gaza in Congo ha riportato d'attualità la Nakba (che significa "catastrofe") con cui i palestinesi ricordano la prima guerra arabo-israeliana del 1948. Secondo il giornale israeliano, infatti, "la coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu sta conducendo contatti segreti per accogliere migliaia di immigrati da Gaza con il Congo, oltre ad altre nazioni", portando, quindi, un ulteriore spostamento forzato dei civili palestinesi presenti nella Striscia di Gaza, come avvenne nel '48. Dopo l'attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre, dove sono state uccise oltre 1000 persone, Israele ha risposto con un attacco che ha provocato, stando a fonti palestinesi, oltre 20 mila morti, provocando lo spostamento di migliaia di persone verso il sud della Striscia di Gaza e il danneggiamento o la distruzione del 70% delle 439.000 case di Gaza e circa la metà dei suoi edifici, stando ai numeri pubblicati dal Wall Street Journal.

Cosa significa Nakba

Già all'inizio di novembre in molti parlarono di una seconda Nakba (qui Al Jazeera), anche perché il Ministro dell’Agricoltura Avi Dichter (Likud) disse in un'intervista: "Stiamo lanciando la Nakba di Gaza. Da un punto di vista operativo, non c’è modo di condurre una guerra con ammassamenti tra carri armati e soldati". Dopo l'articolo del quotidiano israeliano, però, lo spettro di un'altra Nakba è sempre più forte. Ma cos'è questa Nakba? Stando alla definizione che ne danno le Nazioni Unite "La Nakba, che in arabo significa “catastrofe”, si riferisce allo sfollamento di massa e all’espropriazione dei palestinesi durante la guerra arabo-israeliana del 1948". Sul sito dell'UN si legge un po' di storia della questione palestinese risalente a quegli anni:

Nel novembre 1947, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò una risoluzione che divideva la Palestina in due stati, uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite. Il mondo arabo ha respinto il piano, sostenendo che era ingiusto e violava la Carta delle Nazioni Unite. Le milizie ebraiche hanno lanciato attacchi contro i villaggi palestinesi, costringendo migliaia di persone a fuggire. La situazione degenerò in una vera e propria guerra nel 1948, con la fine del mandato britannico e la partenza delle forze britanniche, la dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele e l'ingresso dei vicini eserciti arabi. Le forze israeliane appena costituite hanno lanciato una grande offensiva. Il risultato della guerra fu lo sfollamento permanente di oltre la metà della popolazione palestinese.

La storia della Nakba palestinese nel 1948

Ancora le Nazioni Unite, scrivono: "Già nel dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva chiesto il ritorno dei profughi, la restituzione delle proprietà e un risarcimento (risoluzione 194)" ma questa richiesta non è mai stata accolta: "La Nakba ha avuto un profondo impatto sul popolo palestinese, che ha perso le proprie case, la propria terra e il proprio stile di vita. Rimane un evento profondamente traumatico nella loro memoria collettiva e continua a influenzare la loro lotta per la giustizia e per il diritto al ritorno alle loro case. Nel 2022, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto che questo anniversario venga commemorato il 15 maggio 2023, per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite".

In "Storia del conflitto israelo-palestinese" (Laterza), lo storico Claudio Vercelli riassume così la questione dell'Al-nakba: "La conclusione della prima guerra arabo-israeliana lasciò aperta una serie di nodi che sarebbero divenuti gli elementi strutturali del confronto tra i due popoli. Se per gli israeliani essa fu ricordata come la Guerra d’indipendenza, per i palestinesi divenne da subito la Nakba (la «catastrofe» o «tragedia»). In un breve ma intenso succedersi di ondate, tra il dicembre del 1947 e l’inizio del 1950, una parte consistente della popolazione araba residente in quelli che erano stati i territori della Palestina mandataria abbandonò le terre d’origine. Le Nazioni Unite stimarono che circa 711 mila autoctoni1 fuggirono, evacuarono o furono costretti con la forza a lasciare le loro case (…). Si ritiene che nel marzo del 1948 già 100 mila persone avessero in tal modo lasciato la Palestina mandataria o comunque le aree considerate come maggiormente problematiche (…). Benché quasi nessuna delle località arabe fosse stata fatta evacuare intenzionalmente, il livello degli scontri produsse da subito la fuga di molti abitanti, nel tentativo di sottrarsi alle violenze e di salvare la vita".

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