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I giovani parlano come una canzone trap: la nuova lingua della Generazione Z tra eskere e bufu

Il linguaggio della Generazione Z è influenzato dalla musica trap: lo conferma un’indagine di Skuola.net condotta su un campione di 2500 giovani di età compresa tra gli 11 e i 25 anni in occasione della “Giornata ProGrammatica 2019” per la promozione della lingua italiana. È dalla musica che oltre due terzi dei giovani intervistati traggono ispirazione per esprimersi e parlare con i propri amici.
A cura di Ida Artiaco
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Altro che drammaturghi e romanzieri. Il linguaggio dei giovani d'oggi, la cosiddetta Generazione Z, è influenzata dalla musica trap, che sta spopolando in tutto il mondo, Belpaese compreso. Arriva da questo universo musicale e sociale lo slang che si sente parlare nelle scuole e nelle università da Milano a Palermo, tra "eskere, bibbi e bufu" e altri neologismi che per gli over 25 sono quasi sempre incomprensibili ma che per i più giovani rappresentano un nuovo modo di esprimersi. Questo è ciò che emerge da una ricerca effettuata da Skuola.net su oltre 2500 ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 25 anni, in occasione della "Giornata ProGrammatica 2019", in programma oggi, martedì 29 ottobre, l'evento per la promozione della lingua italiana ideato da “Radio3 – La Lingua Batte” insieme al Miur e in collaborazione con il Ministero degli Esteri (MAECI), l'Accademia della Crusca, l'Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI) e la Comunità Radiotelevisiva Italofona (CRI).

Stando a quanto riportato dalla ricerca di Skuola.net, è dalla musica che oltre due terzi dei giovani intervistati traggono ispirazione per esprimersi e parlare con i propri amici, spesso senza neanche pensarci, ben il 38%, tanto i testi delle canzoni sono diventati linguaggio comune e condiviso. Che sia per scrivere messaggi o dediche o per usare le frasi come slang sia scritto che parlato oppure semplicemente perché colpiti da citazioni particolarmente belle, le parole delle canzoni stanno conquistando l’universo giovanile. Molto di più di quanto accadeva ai loro genitori, anche perché sono molto più attenti di quest'ultimi al testo piuttosto che alla melodia. È normale, dunque, che oltre il 40% di loro preferisca ascoltare cantanti di casa nostra o, quantomeno, musica italiana e internazionale in egual misura; solo il 31% predilige gli autori stranieri.

Il genere preferito e più presente nelle loro conversazioni si conferma il rap, l’hip-hop e la trap, che non hanno rivali e sono il filone più seguito e amato, con il 38% dei voti, dal quale i giovani attingono costantemente.  Sul podio non manca la musica pop, che conquista 1 ragazzo su 5. Terzo posto per la musica indie, in rapida ascesa negli ultimi anni, che si attesta al 16%; merito anche dei testi iconici che hanno contraddistinto le ultime produzioni. Non fanno, invece, breccia nel cuore delle nuove generazioni il rock, scelto solo dal 7%, e la musica latino-americana (3%). Dunque, si può affermare che, per la Generazione Z, i testi in musica surclassano quelli in prosa, anche se rimane qualcuno a cui piace il teatro: si tratta di circa 1 su 2. Per loro il vero palcoscenico dove la lingua italiana può mutare e prendere nuova forma è senza dubbio quello sul quale salgono band e cantanti.

Articolo scritto in collaborazione con Skuola.net. 

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