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Giorgio Barberio Corsetti: “L’avanguardia è l’unico teatro possibile” (VIDEORITRATTO)

Giorgio Barberio Corsetti, regista, attore e drammaturgo romano, è uno dei nomi più importanti del teatro di ricerca italiano. Lo abbiamo incontrato per ripercorrere alcune tappe del suo percorso artistico che si muove tra prosa, digital art, performance collettive e lirica. Un videoritratto a 360 gradi di uno degli artisti più influenti degli ultimi trent’anni.
A cura di Andrea Esposito
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In occasione del trentennale della Sala Assoli di Napoli, l’ex Teatro Nuovo a guida Igina Di Napoli e Angelo Montella, abbiamo incontrato il regista, attore e drammaturgo romano Giorgio Barberio Corsetti, uno dei più importanti esponenti del teatro di ricerca italiano.

Corsetti ci ha raccontato la sua idea di teatro che, in sintesi, non può essere mai slegata dal concetto di “ricerca” sia linguistica che espressiva e di relazione con il pubblico che c’è in sala e del mondo fuori dal teatro. Lui che è stato uno degli antesignani dell’uso di nuove tecnologie in scena, il video in primis con la collaborazione di Studio Azzurro, e che con il suo gruppo attuale “Fattore K” lavora per abbattere le barriere della messinscena convenzionale. Terminati gli studi nel 1975, inizia un percorso di ricerca che prende nettamente le distanze dal teatro di prosa e si rivolge alla scena alternativa romana, le cosiddette "cantine" in cui in quegli anni lavoravano Carmelo Bene, Mario Ricci, Giancarlo Nanni. In seguito insieme Alessandra Vanzi e Marco Solari fonda il gruppo la "Gaia Scienza" che si impone come uno dei principali gruppi della Post-avanguardia. Il lavoro del gruppo, i cui membri sono sia performer che registi e autori, si fonda sulla decostruzione dell’evento teatrale e sulla sua ricomposizione in elementi primari, secondo una poetica del frammento, dello squilibrio e della contaminazione con altre forme artistiche.

Alla fine degli anni ’80 inizia un grande progetto su Franz Kafka che dopo una prima trilogia (“Descrizione di una battaglia”, “Di notte”, “Durante la costruzione della muraglia cinese”) prosegue nel 1992 con il progetto “America” in cui coinvolge il pubblico a seguire gli attori in un tragitto sempre diverso attraverso luoghi delle città italiane. Negli anni successivi, 1995 e 1998, porterà in scena anche “Il Castello” e “Il Processo”.

Nel 1996 Corsetti coinvolge di nuovo gli spettatori in un viaggio attraverso le metropoli in “La nascita della tragedia – Un notturno”, in cui protagonista Franco Citti guida il pubblico in un pellegrinaggio alla ricerca dell’essenza del teatro. Ma la sua ricerca sulla drammaturgia itinerante si esprime a pineo nella costruzione di una macchina scenica, con cui partecipa a “Peregrinacão”, un evento dell’Esposizione Universale di Lisbona del 1997.

Dal 1999 al 2002 Barberio Corsetti è direttore artistico della Biennale Teatro di Venezia dove porta in scena le “Metamorfosi” di Ovidio insieme alla compagnia circense “Le Colporteur” . Nel 2003 debutta al festival Romaeuropa con “Iniziali BCGLF”, un progetto realizzato insieme a Giovanni Lindo Ferretti. Nel 2006 cura la regia del monologo di Filippo Timi “La vita bestia”.

Nel 2007 Corsetti viene nominato membro del “International Committee of Theatre Olimpics”, mentre nel 2009 porta in scena a Napoli nell’ambito della seconda edizione del Napoli Teatro Festival Italia il progetto dal titolo “Le città visibili”, scritto dal drammaturgo cinese Chay Yew. Lo spettacolo che aveva debuttato a Singapore in un teatro tradizionale, venne poi riallestito a Napoli nel cortile a stella del Real Albergo dei Poveri.

Durante tutto il 2015 ha supervisionato come docente di regia dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica la messa in scena di 5 testi teatrali di Pasolini: “Bestia da stile”, “Porcile”, “Orgia”, “Manifesto per un nuovo teatro”, “Carne e cielo”.

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