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Crotone, arrestato Rambo, il torturatore di migranti: “Così venivamo seviziati e uccisi”

John Ogais, 25 anni, nigeriano e soprannominato Rambo, è stato arrestato: a inchiodarlo le drammatiche testimonianze di alcuni migranti che l’hanno visto torturare e uccidere brutalmente molte persone in un centro di detenzione libico.
A cura di Davide Falcioni
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Rambo. Così era stato soprannominato il 25enne nigeriano John Ogais, fermato dalla polizia di Agrigento nel Cara Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto. L'uomo è finito in manette perché accusato di aver gestito il traffico di migranti dalla Libia, di sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento di immigrazione clandestina. Non solo: le indagini hanno rivelato che sarebbe stato responsabile di torture e sevizie in un centro di detenzione libico dove i migranti dovevano sostare prima di salpare per l'Italia.

L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dal pm della Dda Gery Ferrara e dalla pm Giorgia Spiri, ha raccolto le tremende testimonianze di alcune delle vittime di Rambo sbarcate nei mesi scorsi ad Agrigento e Lampedusa. Un uomo ha raccontato agli inquirenti: "Durante la mia permanenza all'interno di quel ‘ghetto' da dove era impossibile uscire ho sentito che l'uomo che si faceva chiamare Rambo ha ucciso un migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati poi sottoposti".

Un altro testimone conferma: "Vi era un tale Rambo della Nigeria che anche se non mi ha picchiato seviziava altri migranti. Le torture cui sono stato sottoposto sono innumerevoli. Sono stato torturato con i cavetti elettrici in tensione. Mi facevano mettere i piedi per terra dove precedentemente avevano versato dell'acqua. Poi azionavano la corrente elettrica per fare scaricare la tensione addosso a me. Subivo delle scariche elettriche violentissime. Questo avveniva circa due volte alla settimana. Alcune volte mi picchiavano, in varie parti del corpo, con dei tubi. Alcune volte mi legavano le braccia e poi mi appendevano in aria, per picchiarmi violentemente".  Il testimone ha riferito inoltre alle autorità italiane di aver visto John Ogais imbavagliare, torturare e infine uccidere suo connazionale. "Ho assistito personalmente al pestaggio sino alla morte di due persone, un nigeriano minorenne e un altro uomo, anch'esso nigeriano ucciso da Rambo davanti al fratello della vittima. Nello stesso momento dell'omicidio, Rambo minacciava armato di pistola, il fratello della vittima, di non raccontare nulla alla famiglia e di farsi mandare immediatamente i soldi".

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