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Come funzionerà il redditometro?

Entro il mese di ottobre dovrebbe essere a punto il “misuratore” a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per stanare gli evasori. Tra le voci “spia” non solo yacht, ma anche colf, asili e palestre. E c’è già chi pensa che possa diventare uno strumento di repressione fiscale.
A cura di Biagio Chiariello
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Sarebbe dovuto essere già attivo, ma per questioni di maggiore severità nei controlli e raffinazione della ricerca il redditometro non è ancora a disposizione. Tempo un mese comunque e il nuovo strumento a disposizione della Agenzia delle Entrate per lotta agli evasori sarà pronto.«Preferisco ritardare un po' ma avere uno strumento efficace. Stiamo facendo due forme di redditometro, uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo» ha detto ieri il direttore dell'Agenzia dell'Entrate, ascoltato dalla commissione Finanze della Camera nell’ambito dell’esame della legge delega per la riforma fiscale. Il "misuratore" avrà l'obiettivo di analizzare nel dettaglio le situazioni in cui le spese di un risultano incompatibili con il reddito dichiarato, e quindi a far scattare gli accertamenti. L’Agenzia, infatti, sta lavorando «su due forme di redditometro, una per la selezione preventiva e una per l'attività di controllo». Sotto la lente di ingrandimento del redditometro finiranno circa 100 indicatori, utili a scovare i furbetti:  non solo la barca o la macchina di lusso, ma anche le spese per la colf, per il telefonino, l'asilo o l'università dei figli, fino all'abbonamento in palestra e il corso di danza, ma anche le eventuali donazioni alle onlus.

Del redditometro abbia già scritto qualche mese fa. Presentato già il 25 ottobre dello scorso anno, doveva entrare in azione già nel mese di giugno. Ma poi sono subentrati nodi e contraddizioni che hanno costretto i tecnici di Befera a ritardare la sua uscita. Non solo questioni meramente tecniche, ma anche problematiche più complesse. La critica mossa da molti commercialisti (ma sostenuta pure negli ambienti politici) è che di fatto lo strumento ci proietti tutti in una sorta di scenario degno del 1984 di George Orwell: invasivo, inopportuno e spione. Applicato cioè non più ai soli professionisti ma a 22 milioni di italiani e a 50 milioni di contribuenti. «Si tratta di un meccanismo concettualmente giusto – ha affermato Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti – ma c'è un rischio concreto: potenzialmente il redditometro può diventare strumento automatico e assumere valore legale comportando l'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente. Il timore è che in futuro ci possa essere un inasprimento del suo utilizzo».

Altra criticità: che peso assegnare alle singole voci spia? Per sciogliere questo nodo si sta pensando di mettere a punto due coefficienti, uno geografico e uno legato al nucleo familiare. Avrà così un valore diverso un acquisto particolarmente costoso in una regione a reddito medio-basso piuttosto che in una più ricca. E anche il numero dei componenti della famiglia sarà determinante per il calcolo finale. Ma le domande non sono finite: quando scatteranno i controlli? O meglio, quale deve essere la soglia da non superare tra reddito dichiarato ed effettivo tenore di vita? In tal senso, una risposta ancora non c'è. Ma chi teme di finire nelle grinfie del Fisco, potrà utilizzare il software messo a disposizione dall'Agenzia per simulare il redditometro. Sarà utilizzabile a breve e permetterà l'inserimento delle proprie spese e il proprio reddito, per verificare il rischio di un controllo fiscale.

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