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Cassano, la triste storia di Cocò: nato in carcere e bruciato col nonno

E’ morto a soli 3 anni, Nicola Campolongo, affettuosamente chiamato Cocò. Nato dietro le sbarre, ha vissuto i suoi primi mesi di vita accanto alla madre in galera. E’ stato ucciso nelle campagne di Cassano Allo Ionio (CS) insieme al nonno e alla compagna di quest’ultimo.
A cura di B. C.
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E' una storia agghiacciante quella raccontata dal quotidiano online locale Mnews.it. Il corpo di un bambino di 3 anni, Nicola ‘Cocò' Campolongo, sarebbe stato ritrovato carbonizzato all'interno di una auto, una Fiat Punto, nelle campagne di Cassano allo Ionio, nel cosentino. Nella stessa vettura, completamente bruciato, c'era anche il nonno 52enne, Giuseppe Iannicelli e la sua compagna marocchina, Ibtissam Touss, di 27 anni.

Quella di Cocò è una storia fatta di sofferenza malgrado la tenera età. Nato dietro le sbarre, il bimbo ha trascorso i suoi primi mesi di vita accanto alla madre, Antonia Maria Iannicelli, vivendo di fatto da detenuto nel penitenziario di Castrovillari. Nel corso dei mesi, ha dovuto assistere anche alle udienze del processo antimafia che vede imputata la donna in qualità di affiliata ad una presunta organizzazione dedita al traffico di droga. C'è da dire che alla Iannicelli, proprio in virtù del suo status di madre di tre figli – di due, tre e quattro anni – furono concessi gli arresti domiciliari. Beneficio che le è stato poi revocato, a seguito delle diverse violazioni delle restrizioni imposte in riferimento alla misura cautelare meno dura. La donna è stata così fatta tornare dietro le sbarre. Successivamente il piccolo Cocò è stato affidato al nonno.

E proprio insieme all'anziano parente ha trovato la morte. Secondo le prime rilevazioni, il bambino, il nonno e la sua compagna sarebbero stati uccisi e poi bruciati all'interno della loro vettura. All'interno i carabinieri hanno rinvenuto solo gli scheletri: uno dentro il cofano, gli altri due nell'abitacolo. E' probabile che i tre siano stati ammazzati altrove e poi portati sul luogo del ritrovamento. "Come si fa ad uccidere un bambino di tre anni in questo modo? Si è superato ogni limite. E’ qualcosa di inaudito, di orrendo. In tanti anni di lavoro credo che questo sia uno degli omicidi più efferati di cui è toccato occuparmi" commenta  il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio, che coordina le indagini in relazione al triplice omicidio.

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