Caso Di Sarno, il magistrato: “Sì a sospensione della pena, va ricoverato”

Rosa Labonia, magistrato di sorveglianza di Napoli, ha rigettato la richiesta di differimento pena presentata dai difensori di Vincenzo Di Sarno, 35enne detenuto nel carcere di Poggioreale e malato terminale di tumore alle ossa che nei giorni scorsi ha chiesto che nei suoi confronti venga praticata l'eutanasia, e nei confronti del quale ieri si è pronunciato il Presidente della Repubblica chiedendo di “attivare anche, dinanzi alla magistratura di sorveglianza, la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena carceraria a causa delle condizioni di salute” del detenuto. Il magistrato, nel rigettare l'istanza, ha tuttavia disposto il ricovero in ospedale. Nel suo decreto, Labonia ha rilevato che "non vi sono i presupposti per l'adozione di un provvedimento d'urgenza" dal momento che il soggetto non appare in immediato pericolo di vita e, peraltro, "rifiuta la terapia propostagli". Il giudice ha comunque disposto il ricovero di Di Sarno in un ospedale "da individuarsi repentinamente a cura dell'amministrazione penitenziaria, sia sulla base della specializzazione oncologica della struttura, sia della rapida disponibilità al ricovero".
Rosa Labonia ha poi reso noto: "Nonostante le continue sollecitazioni mediche", Vincenzo Di Sarno, "sta rifiutando la terapia medica infusiva e nutrizione con brick". A ciò si aggiunga quanto affermato da Eugenio Sarno, segretario del sindacato di polizia penitenziaria UILPA: "Questa vicenda deve essere da monito, perché alcune cause prima di essere sposate devono essere valutate fino in fondo. Da quanto ci risulta, infatti, il detenuto non sarebbe in condizioni così gravi come si è voluto fare emergere e rifiuta le terapie, e questo probabilmente ha determinato il rigetto della richiesta di sospensione della pena".
Di avviso opposto la madre di Di Sarno che ieri, apprendendo dell'interessamento del Capo dello Stato, ha commentato: "Ringrazio il presidente Napolitano, spero non sia troppo tardi per Vincenzo e che ora si faccia presto perché non può attendere. Ho visto Vincenzo l’ultima volta venerdì. E’ arrivato al colloquio strisciando, è ridotto a un vegetale. Non c’è più tempo da perdere, siamo già in ritardo". Le condizioni di salute del 35enne sarebbero dunque gravissime: "E’ arrivato a pesare quasi 50 chili – sottolinea la madre -. Quanto ancora deve aspettare che decidano sulla istanza di scarcerazione. Non mangia più, si sta consumando giorno dopo giorno, è al collasso. Doveva andare in ospedale già un mese fa, ora non vorrei che fosse tardi".