Caricabatterie killer: donna muore fulminata mentre parlava a telefono
Una donna filippina, madre di due figli, è rimasta uccisa mentre parlava ad un telefono cellulare collegato a un caricabatterie usb. L'incidente è stato definito un "campanello d'allarme" da parte delle autorità che hanno messo in guardia contro l'uso di questi dispositivi a basso costo, in quanto essi sarebbero “a serio rischio di folgorazione”. Come scrive il Daily Mail, la ventottenne è stata trovata priva di vita nella sua stanza di Gosford, a nord di Sydney, in Australia, con un portatile sulle ginocchia, gli auricolari e diverse bruciature sul petto e alle orecchie. “Tutto lascia pensare che questo strumento abbia qualcosa a che fare con la scossa”, ha affermato Rod Stowe, a capo del Dipartimento a difesa dei consumatori del Nuovo Galles del Sud. Il cellulare della donna era collegato alla presa elettrica attraverso il connettore usb dal costo di 4,95 dollari australiani, circa 3,50 euro.
"E’ stata investita da una scarica di 240 volt," ha detto Lynelle Collins, rappresentante dell’associazione dei consumatori, Fair Trading, al Sydney Morning Herald. Ora la casa di produzione del caricabatterie dovrà affrontare una dura battaglia legale. “I consumatori dovrebbero girare al largo dai negozi di elettronica che vendono accessori non originali. Questi dispositivi, spesso venduti per pochi dollari, rappresentano un serio rischio di scosse elettriche o di incendio”, ha avvertito Stowe. Le autorità australiane stanno ora provvedendo a sequestrare tutti i caricatori che non soddisfanno gli standard di sicurezza locali dal commercio. La differenza fondamentale tra caricatori ‘legali' e le loro riproduzioni più economiche è la mancanza di isolamento. I prodotti conformi agli standard di solito contengono un certo numero di livelli di protezione, mentre quelli difettosi ne hanno solo un numero minimo indispensabile.
