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Cacciatore ucciso per sbaglio nel Pisano, il dolore dell’amico: “Una drammatica fatalità”

Fulvio Ceccanti è morto sabato mentre partecipava a una battuta di caccia al cinghiale sulle colline di Palaia, nella provincia di Pisa. È stato colpito alla testa da una fucilata da un altro componente della squadra. Il suo migliore amico: “Ho sentito gli spari, ma ero lontano. Non so quello che è successo”.
A cura di Susanna Picone
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Un cacciatore di sessantatré anni è stato ucciso per sbaglio durante una battuta di caccia al cinghiale sulle colline di Palaia, nel Pisano, nella giornata di sabato. La vittima si chiamava Fulvio Ceccanti e viveva nella provincia di Pisa. Da quanto ricostruito, il cacciatore è stato colpito alla testa da una fucilata da un altro componente della squadra ed è praticamente morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di San Miniato per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti anche se sembra confermata l'ipotesi dell'incidente. Gli investigatori hanno raccolto le testimonianze degli amici della vittima per cercare di comprendere come si siano svolti i fatti. Tra le testimonianze dei presenti il quotidiano La Nazione ha riportato quella di Vincenzo Forsi, il migliore amico della vittima. “Siamo stati in Piaggio per trent’anni, poi ci siamo ritrovati a caccia, è successa una tragedia”, ha detto l’uomo che era nel bosco quando l’amico Fulvio è caduto con un colpo dritto alla testa. “Ho sentito gli spari – ha raccontato ancora –. Io non ero lì, ero lontano. Ma sono corso subito, sono anche un volontario della Misericordia di Fabbrica”. Per il suo amico oggi “era suonata l’ora”.

"Il proiettile ha assunto una traiettoria precisa verso il mio amico" – “Una drammatica fatalità ce l’ha portato via; le battute sono una grande condivisione della caccia, ma siamo prima di tutto amici, non si può descrivere quello che si prova davanti a una situazione del genere”, ha dichiarato ricordando che con l’amico aveva lavorato insieme e che, ora in pensione, condividevano la passione per la caccia. “Non so che dire, non ho parole, sono distrutto. Non mi capacito di quello che può essere successo, ma secondo me il proiettile è rimbalzato e ha assunto una traiettoria precisa verso il mio amico. Bastavano tre centimetri più in là e Fulvio non si sarebbe fatto nulla, magari si sarebbe spaventato. Ma sarebbe sempre vivo”, ha detto ancora cercando di chiarire quanto forse è accaduto: “Del rimbalzo dico per esperienza e conoscenza: nelle battute di caccia siamo tutti allineati, tutti in piedi. Poi quando siamo impegnati in battuta non ci sono scherzi, sappiamo tutti di aver un’arma in mano”.

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