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Butta un pacco di cartone nella “raccolta carta”: rischia di finire in carcere

E’ accaduto in Svizzera a un uomo di 75 anni, che per aver gettato un pacco di cartone in un contenitore destinato alla carta è stato rintracciato e multato salatamente. Non riuscendo a pagare la contravvenzione, però, ha rischiato di finire in carcere. A “salvarlo” è stato un gruppo di suoi concittadini generosi.
A cura di Davide Falcioni
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Uno dei luoghi comuni più frequenti per gli svizzeri è quello secondo cui siano maniaci della precisione. Non sappiamo se sia vero, ma la vicenda che vi raccontiamo non fa nulla per smentirlo: un uomo di 75 della città di Neuchâtel, nel Ticino, lo scorso ottobre ha gettato un pacco postale di cartone in un container della raccolta differenziata della carta, immaginando che si trattasse del posto più giusto e non sapendo che invece si tratta, in Svizzera, di una pratica illegale. Un "errore di riciclaggio" che è costato caro all'anziano, visto che le autorità elvetiche, basandosi sull'indirizzo presente sul pacco, sono riusciti a rintracciarlo e gli hanno comminato una multa da 200 franchi, l'equivalente di quasi 170 euro. Troppi, secondo il 75enne, che vive con una pensione minima: "Non so davvero come pagarla… Sono uno rispettoso della legge e dell'ambiente, è davvero ingiusto… mi sono semplicemente confuso", ha provato a giustificarsi, senza però "impietosire" le autorità svizzere che, vista l'insolvenza, hanno aumentato a 260 franchi la multa minacciando due giorni di prigione in caso di ulteriori "resistenze". "Spero di poter trovare una soluzione, magari un pagamento rateale oppure attraverso lavori di pubblica utilità".

Quando per il settantacinquenne le cose sembravano complicarsi, però, ha trovato il soccorso di molti concittadini che si sono schierati al suo fianco e l'hanno aiutato a mettersi in regola: "Non mi hanno detto che me l'ero meritata – ha detto il cittadino elvetico, intervistato da Ticino Online – ma mi hanno addirittura dato dei soldi per saldare il debito. Certo, io avrei dovuto essere un po' meno distratto". Il "soccorso" è arrivato proprio grazie al quotidiano online svizzero, che aveva rilanciato la vicenda su Facebook. "I mezzi social permettono un intervento rapido – ha detto – e la possibilità di aiutare le persone vittime di vicende paradossali come questa. C'è chi parla a vanvera, ma c'è anche chi preferisce aiutare in maniera mirata le persone bisognose".

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