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Berlusconi pronto a rompere sulle riforme: “Rischio deriva autoritaria, Renzi pensa a suoi interessi”

Il leader di Forza Italia rilascia una dura intervista contro “il Partito Democratico che ha rotto i patti” e fa capire che il percorso di riforme è a rischio.
A cura di Redazione
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Mentre il processo di ricostruzione interna è ancora in alto mare (con le agitazioni sia della componente fittiana che di quella verdinana e la pressione dei fedelissimi), Silvio Berlusconi esplicita per la prima volta ciò che da tempo gli era attribuito: il patto del Nazareno si è rotto, al momento della scelta di Matteo Renzi di imporre unilateralmente il candidato per la successione di Giorgio Napolitano. In una intervista al TG5, infatti, il Cavaliere (che, ricordiamolo, ha ottenuto uno sconto di pena di 45 giorni e dunque terminerà il periodo ai servizi sociali il prossimo 8 marzo) ripercorre le vicende che hanno portato Mattarella al Colle e ricorda come l’intenzione di Forza Italia fosse quella di arrivare ad un nome “condiviso”. Così non è stato, con il PD che “non ha rispettato i patti per puri interessi di parte”.

Da questa vicenda, Berlusconi ha maturato la consapevolezza dei rischi nel proseguire un percorso di riforme come quello già impostato assieme al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. In tal senso, per quanto singolare possa sembrare, Berlusconi utilizza termini simili a quelli usati tanto dalla minoranza del Pd che dai “professori, soloni”, appellativi riservati proprio da Renzi ai vari Rodotà, Zagrebelsky eccetera: “Avvertiamo il rischio che vengano meno le condizioni indispensabili per una vera democrazia e che ci si possa avviare verso una deriva autoritaria”. Poi, con una nota su facebook, precisa meglio il suo pensiero:

Avevamo creduto di poter fare insieme le riforme istituzionali e la legge elettorale e di avere un Presidente della Repubblica condiviso. Ma il Partito Democratico non ha rispettato i patti per puri interessi di parte.

Per come si sta delineando la nuova legge elettorale, con una sola camera eletta dal popolo, con il terzo premier non eletto dagli italiani, avvertiamo il rischio che vengano meno le condizioni indispensabili per una vera democrazia e che ci si possa avviare verso una deriva autoritaria.

E' inaccettabile che il Presidente del Consiglio impegni tutti gli sforzi del governo e del Parlamento per affrontare leggi certamente di rilievo ma che non hanno urgenza alcuna, stante la drammatica situazione in cui versa il Paese.

Lavorerò con rinnovato impegno perché il centro-destra possa ritornare unito e possa offrire al paese quelle urgenti soluzioni che finché ho avuto l'onore di presiedere il governo avevano garantito agli italiani più benessere, più sicurezza, più libertà.
Il Paese ha necessità di riforme strutturali ben diverse da quelle proposte dalla sinistra.

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