“Voleva trasferirsi dalla figlia a Roma”: chi era Raffaele Marangio, trovato morto con una cinta al collo

Raffaele Marangio, psicoterapeuta e docente universitario in pensione trovato morto nella sua abitazione di Modena con una cintura stretta al collo, stava per voltare pagina nella sua vita. Aveva venduto casa, spedito i primi mobili e si preparava a lasciare l'Emilia per trasferirsi a Roma, dove lo attendevano la figlia e la nipotina. Un cambiamento desiderato e pianificato con cura, interrotto bruscamente da una morte improvvisa e ancora avvolta nel mistero.
Il 26 luglio scorso, il suo corpo è stato rinvenuto all’interno della casa di via Enrico Stuffler, in posizione supina e con una cintura stretta al collo. A lanciare l’allarme erano stati gli amici, allarmati dal suo silenzio. Sul posto sono intervenuti polizia, sanitari del 118, vigili del fuoco, il sostituto procuratore della Repubblica, il medico legale e la scientifica. La notizia, tenuta riservata fino a ieri, è stata diffusa dalla Procura, che ha aperto un’indagine “al fine di ricostruire quanto accaduto all’interno dell’abitazione negli attimi precedenti alla morte dell’uomo” e mantiene aperte tutte le ipotesi, compresa quella di omicidio.
Marangio aveva alle spalle una lunga carriera accademica e professionale. Laureato in pedagogia a indirizzo psicologico nel 1973, aveva conseguito l’abilitazione come psicologo psicoterapeuta nel 1991, dopo il percorso quadriennale presso l’Istituto di psicoterapia analitica di Firenze. Si era poi specializzato con un master in Gestalt Counselling all’Aspic di Roma. Dal 2008 al 2009 aveva insegnato Psicologia Clinica al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Fino a tre anni fa era stato presidente di Aspic Modena, oggi Aspic Emilia, contribuendo a diffondere la cultura del counselling nel territorio.
Il dolore per la perdita è palpabile tra colleghi e amici. “Non riesco a credere che qualcuno possa avergli fatto del male o che se lo sia fatto da solo. Sono senza parole”, ha detto a Repubblica l’ex collega Angela Azzaro, sottolineando che “si stava per trasferire”. Il dottor Franco Boldrini, amico e collega, ha ricordato: “Era riuscito a vendere casa e stava organizzando il trasloco. I primi furgoni con i mobili erano già stati spediti. Era contento di aver raggiunto quell’obiettivo: mai ci saremmo aspettati una cosa del genere”.
La famiglia, assistita dagli avvocati Luca Brezigar e Domenico Ippolito, attende la liberazione della salma per poter celebrare le esequie. “Abbiamo nominato un nostro consulente affinché prenda parte alle operazioni peritali”, hanno precisato i legali.