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Storie di italiani all'estero

“Vi racconto perché ho scelto di vivere in Danimarca, ho trovato tutele che in Italia non esistono”

Andrea Covacich ha 31 anni ed è nato a Trieste, ma da due anni vive a Odense, nell’isola Fionia, in Danimarca. Qui lavora come ingegnere civile, dopo aver avuto precedenti esperienze sia in Italia che in Islanda: “Mi trovo così bene che non mi sento un italiano all’estero”.
A cura di Eleonora Panseri
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Andrea, 31 anni, ingegnere civile, vive e lavora in Danimarca da due anni.
Andrea, 31 anni, ingegnere civile, vive e lavora in Danimarca da due anni.
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"Per come vengo trattato qui, ormai mi sento quasi danese". A raccontare la sua vita da "italiano all'estero" (senza però sentirsi tale) è Andrea Covacich, 31enne di Trieste che ormai da due anni vive a Odense, nell’isola Fionia, in Danimarca. Qui lavora come ingegnere civile, dopo aver avuto precedenti esperienze sia in Italia che in Islanda.

E ha trovato mentalità e condizioni che gli hanno permesso praticamente subito di trovarsi a suo agio, pur essendo davvero molto lontano da "casa". Secondo il World Happiness Report 2023, la classifica dei Paesi dove si vive meglio nel mondo, la Danimarca è al secondo posto, dopo la Finlandia che si trova in cima alla lista. A Fanpage.it Andrea ha spiegato il suo percorso e descritto il Paese dove si trova: "Ora posso pensare di crescere una famiglia in futuro".

Andrea, 31 anni, vive e lavora come ingegnere civile in Danimarca da due anni.
Andrea, 31 anni, vive e lavora come ingegnere civile in Danimarca da due anni.

Quando e perché ti sei trasferito in Danimarca?

Sono arrivato qui grazie a un'opportunità lavorativa. Prima sono stato 8 mesi in Islanda, sempre per lavoro, e là ho conosciuto un collega italiano che si stava spostando in Danimarca. Siamo rimasti in contatto e così sono arrivato anche io qui.

Sono un ingegnere civile e tutte le opportunità che avevo ricevuto prima di andare in Islanda erano a Trieste, ma a condizioni insostenibili. Non so se hai presente le "finte partite iva": mi venivano offerti lavori senza contratto, mi chiedevano di aprire la partita iva e di eseguire poi una collaborazione esclusiva con la ditta.

Per un po' di tempo ho accettato, non avendo potere contrattuale, per fare la famosa "gavetta". Ma dopo due, tre anni in queste condizioni mi sono chiesto: "Ma è questo quello che voglio?". Così alla prima offerta all'estero ho pensato: "Ok, l'accetto al volo". E mi rendo conto di quanto sia diverso dal punto di vista della mentalità, del welfare, delle condizioni lavorative e delle tutele sul lavoratore, che in Italia sono molto poche.

Da quanto tempo vivi lì? 

Ora due anni e mi trovo molto bene. Forse sono anche influenzato dal fatto che ho trovato una ragazza danese, però, in realtà, già dopo solo un paio di mesi mi sono accorto di quanto fosse diversa la vita tra l'Italia e la Danimarca. Ovviamente, dal punto di vista del territorio le due cose non sono paragonabili, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno in Italia, ma per me è tutto il resto che manca. Cerco di dare più importanza alla tranquillità di poter crescere una famiglia in futuro. Ho questo desiderio da tempo, ma mi sono reso conto che è molto più difficile farlo in Italia alle condizioni di chi lavora nel mio ambito.

La città di Odense, nell’isola Fionia, in Danimarca, dove vive Andrea.
La città di Odense, nell’isola Fionia, in Danimarca, dove vive Andrea.

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Cosa non ti piace della Danimarca?

La cosa che mi piace meno è il meteo. Se non sei abituato, è difficile riuscire a dire che ti piace. Però, insomma, è accettabile: io non sopporto il caldo, soprattutto per il fatto che lavoro molto fuori, quindi per me va anche bene. Resta tuttavia la cosa che mi piace meno, se proprio dobbiamo trovare una pecca. Ma solo perché in Italia siamo abituati bene.

Andrea Covacich, 31 anni
Andrea Covacich, 31 anni

E invece cosa ti piace di più?

Le tutele che ha il cittadino, in generale. L'educazione qui è gratuita: non ne ho usufruito ma ho conosciuto persone che mi hanno raccontato questa cosa. Ai danesi vengono dati fino a 800 euro al mese per poter pagare l'affitto, per i residenti che arrivano da altri Paesi europei invece questo "pocket money" è garantito se si lavora per almeno 40 ore al mese.

In più, io lavoro con contratto danese, anche se per una ditta italiana che deve però seguire le leggi locali, che sono molto vincolanti. I sindacati tutelano tanto, se sei imprenditore in Danimarca non puoi sgarrare. Le paghe sono il doppio o triplo rispetto all'Italia. E non è vero che la vita è molto costosa, perché in proporzione gli stipendi sono buoni.

Qual è la differenza di stipendio rispetto a quando lavoravi in Italia?

Il mio caso è particolare perché ho come benefit casa e auto aziendale, però rispetto a quello che guadagnavo in Italia, anche da partita iva con agevolazioni fiscali, prendo quasi il triplo. Figure come la mia prendono circa 3mila euro al mese, a cui vanno aggiunti, se ci sono, i benefit, che possono valere circa 1500 euro al mese.

Cosa ti manca dell'Italia?

Quando parti ti lasci indietro famiglia, amici e territorio, la città dove sei cresciuto. Quelli mancano sicuramente tanto. Per fortuna, io ho un accordo grazie al quale posso tornare una volta al mese, e riesco a mitigare questa cosa. Però ho notato anche come in Danimarca cerchino di integrare il più possibile chi non è danese: c'è anche la possibilità di studiare la lingua gratuitamente. Io non mi sento un italiano all'estero, devo essere sincero, mi sento quasi danese per come vengo trattato.

Andrea Covacich, 31 anni
Andrea Covacich, 31 anni

Consiglieresti la Danimarca come Paese dove trasferirsi?

Sì, e in generale credo che i Paesi scandinavi siano in questo momento quelli su cui puntare, a parità di opportunità. Io ho avuto a che fare solo con Islanda e Danimarca, però ho un amico in Svezia e uno in Norvegia. Li consiglio anche solo per fare un'esperienza, per valutare cosa si vuole fare nella vita.

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