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Guerra in Ucraina

Ucraina, morto il 21enne italiano Artiom Naliato: adottato da piccolo ma tornato per difendere la sua terra

“Ha scelto di combattere una guerra che portava nel cuore per la libertà del suo Paese d’origine a cui si sentiva profondamente legato” ha dichiarato il sindaco di Tribano, in provincia di Padova, dove il 21enne Artiom Naliato era residente.
A cura di Antonio Palma
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“Con immensa tristezza salutiamo Artiom Naliato che ha scelto di combattere una guerra che portava nel cuore per la libertà del suo Paese d’origine a cui si sentiva profondamente legato”, così il sindaco di Tribano, in provincia di Padova, ha annunciato la morte del 21enne italiano, deceduto nella guerra in Ucraina dove si era arruolato volontario dopo lo scoppio del conflitto con la Russia.

Il giovane, di origine ucraina, era stato adottato fin da piccolo da una famiglia di Tribano da cui aveva preso anche il cognome ma non aveva mai abbandonato le sue origini fino alla decisione di arruolarsi per combattere nel paese in guerra ormai da tre anni dopo l’invasione russa. “Una parte del suo cuore era sempre rimasto nella terra d' origine. È andato via per sempre per adempiere al suo forte desiderio” ha raccontato una parente.

Una decisione molto sofferta per chi gli stava accanto consapevole dei terribili pericoli che andava ad affrontare. Artiom Naliato è stato ucciso lunedì scorso quando un missile russo che ha colpito la struttura del campo di addestramento militare dove alloggiava. Dopo un primo viaggio in Ucraina, era rientrato in Veneto circa un mese fa e quindi era ripartito per il fronte. “Una scelta difficile, drammatica, ma animata da un senso di appartenenza e di responsabilità che non possiamo che rispettare. Per il vuoto lasciato ci stringiamo con affetto e dolore attorno alla famiglia che lo ha accolto e cresciuto con amore” ha dichiarato il sindaco.

Prima di partire per il fronte in Ucraina Artiom Naliato aveva trovato lavoro come guardia in un’agenzia vicentina per la sicurezza. “Ho provato in tutti i modi a dissuaderlo dal partire, ma era testardo, determinato. Era un soldato dentro” ha raccontato il direttore dell'agenzia, aggiungendo: “La sua correttezza e generosità resteranno un esempio per tutti. Le guerre distruggono ciò che di più umano abbiamo: l’amore, l’amicizia, la speranza”.

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