Tarantini chiede il rito abbreviato ed evita di far testimoniare le escort

AGGIORNAMENTO: "Dire che probabilmente farà l'abbreviato è una cosa giusta, dire che il 13 chiederò l'abbreviato è sbagliato perché non lo so" ha spiegato l'avvocato Nicola Quaranta, legale di Giampaolo Tarantini, precisando di non aver ancora scelto se chiedere riti alternativi per l'imprenditore pugliese nel processo sulle escort.
Nuova strategia per i legali di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore accusato di aver reclutato le escort da portare alle feste dell'ex Premier Silvio Berlusconi. Gli avvocati infatti si preparano a chiedere il rito abbreviato per il loro assistito durante l'udienza preliminare del processo in cui è accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in programma Giovedì prossimo. Con questa mossa Tarantini evita di fatto di far testimoniare in aula le ragazze coinvolte nelle serate a Palazzo Grazioli e Villa Certosa e dunque i loro racconti dei festeggiamenti in casa dell'ex Premier. Se la richiesta di Tarantini venisse accolta dai giudici del Tribunale di Bari ci sarebbe uno sconto di un terzo della pena, ma soprattutto la celebrazione del processo allo stato degli atti, vale a dire solo con i documenti fin qui acquisiti. Niente via vai di testimoni in tribunale come nel caso Ruby per raccontare la loro versione dei fatti, così come nessuna testimonianza per Patrizia D'Addario la prima a far scoprire il sistema di arruolamento di ragazze per "l'utilizzatore finale". Tarantini del resto ha sempre sostenuto che Berlusconi non sapesse che le ragazze erano delle escort a pagamento pur ammettendo di reclutare ragazze in cambio di favori dall'ex Premier. Per la stessa vicenda Tarantini è indagato anche per estorsione proprio ai danni del Premier dalla procura di Roma per aver intascato cinquecentomila euro insieme a Lavitola per non rivelare i fatti e chiedere il patteggiamento a Bari poi però respinto dai Pm.