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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Sono 28 le impronte di scarpe analizzate a Garlasco, perché sono importanti e perché se ne parla soltanto oggi

Pochi giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi vennero analizzate 28 paia di scarpe (oltre a quella di Alberto Stasi), appartenevano a chi era entrato nella villetta di Garlasco dopo il 13 agosto 2007. Ora le impronte di sangue trovate sul pavimento sono tornate importanti.
A cura di Giorgia Venturini
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Non è un caso che ancora a distanza di 18 anni si parli di impronta di scarpe sul caso Garlasco. Nella villetta in cui venne uccisa Chiara Poggi c'erano impronte di scarpe insanguinate e così il Ris di Parma, intervenuto per tutti i sopralluoghi sulla scena del crimine, si era concentrato sulle analisi di quella tracce per risalire alle impronte dell'assassino. Alla fine Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva. Ma cosa svelò il Ris su queste impronte nella relazione del 2007?

"Durante i sopralluoghi effettuati in data 16, 17 e 20 agosto 2007, la ricerca accurata delle tracce di scarpa di potenziale interesse investigativo ed è stata effettuata negli ambienti del piano terra e delle scale della cantina (luogo di rinvenimento del cadavere)", così si legge nella relazione. Stando alla dinamica accertata in Tribunale Chiara Poggi è stata colpita più volte con un oggetto con una parte metallica (è sconosciuta l'arma del delitto ma l'unico oggetto che manda nella villetta di Garlasco dal delitto è un martello) e poi trascinata sulle scale interne di casa.

La relazione poi continua così: "Le superfici calpestabili del piano terreno dell’abitazione e delle scale della cantina sono state opportunamente ispezionate con una apposita sorgente di luce ad alta intensità (lampada criminalistica a lunghezze d’onda selezionabili)". Ma ecco cosa il Ris ha trovato: "In particolare sono state individuate sette tracce riconducibili a suole di scarpa di cui quattro rilevate (nn. 1-4) nel corridoio antistante la porta a soffietto della cantina, una (nr. 5) tra la predetta porta e quella del bagno, una (nr. 6) tra la porta del bagno e il tappeto posto sotto il lavabo ed infine una (nr. 7) sul predetto tappeto".

Ma come erano fatte le tracce importanti per le indagini? "Le predette tracce esibiscono un’analoga geometria costituita da piccoli tasselli a forma ovale/circolare, e risulta verosimile ipotizzare che siano state prodotte da un’unica tipologia di suole". Con la soluzione del luminol "sono state evidenziate varie tracce, riferibili ad un’unica tipologia di suola di scarpa, a tasselli di forma ovale/circolare, se si escludono le tracce riferibili a successivi riporti. Esse sono state acquisite digitalmente mediante fotocamera digitale ed attentamente esaminate per valutarne l’utilità analitica". Alla fine la calzatura Frau numero 42 con la suola a pallini fu quella attribuita ad Alberto Stasi, che durante le indagini consegnò agli investigatori i suoi paia di scarpe.

Le scarpe di Alberto Stasi consegnate agli investigatori
Le scarpe di Alberto Stasi consegnate agli investigatori
Le scarpe di Alberto Stasi consegnate agli investigatori
Le scarpe di Alberto Stasi consegnate agli investigatori

Quelle di Stasi non furono le uniche scarpe consegnate agli investigatori. Per evitare errori si analizzarono anche quelle usate dai carabinieri, medico legali, pm e degli addetti delle pompe funebri che entrarono nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, giorno dell'omicidio, e quelli successivi. In tutto le scarpe analizzate, escluse quelle di Alberto Stasi, sono state 28.

Alcune delle scarpe analizzate di chi entrò nella villetta di Garlasco dopo l’omicidio
Alcune delle scarpe analizzate di chi entrò nella villetta di Garlasco dopo l’omicidio

Oggi la questione "impronta di scarpe" ritorna dopo l'indiscrezione di una "nuova" traccia sul pavimento presa in considerazione per la prima volta dagli inquirenti. Si tratterebbe di un'orma considerata in questi 18 anni inutile alle indagini ma che gli inquirenti ora assocerebbero a una scarpa insanguinata in cima alle scale dove venne trovato il corpo di Chiara Poggi. Da alcune indiscrezioni quella traccia potrebbe essere compatibile con la 33, ovvero parte dell'impronta di una mano trovata sulla parete destra della scale e associata solo dai mesi scorsi all'attuale indagato Andrea Sempio. A smontare tutto però a Fanpage.it è il consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra: si tratta di "pura suggestione, riproposta per l’ennesima volta". E che sicuramente "non è un'impronta". Intanto le indagini vanno avanti.

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