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Simona Atzori, pittrice e ballerina senza braccia

Ballerina che ha danzato alla cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi e pittrice che può vantare esposizioni ovunque, Simona ha coltivato i suo talenti per amore stesso della vita e “non per dimostrare qualcosa a qualcuno”.
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Simona è seduta per terra, sul parquet della palestra dove si allena, poco fuori Milano. Fa partire dal telefono una canzone dei Keane, Somewhere only we know, su cui sta preparando la coreografia del suo prossimo spettacolo. Il telefono squilla, lo raggiunge e lo porta all’orecchio, solo che tutto questo lo fa con i piedi e con l’agilità di una ginnasta, perché è nata senza braccia ma i piedi sono diventati presto le sue mani. Con gli arti inferiori riesce ad aggiustarsi i capelli durante l’intervista o a tenere un pennello per dipingere.

Nata a Milano, Simona Atzori, ballerina e pittrice, ha fatto del suo corpo un inno alla vita e al movimento. Ha iniziato a dipingere a quattro anni, a sei, come una bambina qualsiasi, ha iniziato a prendere lezioni di danza classica e a otto, nel 1983, è entrata a far parte dell'Associazione internazionale dei pittori che dipingono con la bocca o con il piede.

Ha sfidato lo sguardo incredulo dei grandi che mai l’avrebbero vista danzare fino ad arrivare a esibirsi alla cerimonia inaugurale delle paralimpiadi di Torino del 2006. I suoi quadri sono stati esposti ovunque, in personali e collettive, ha donato a papa Francesco, incontrandolo in Vaticano, un suo ritratto.

Tutto questo, come racconta Simona, l’ha fatto solo per se stessa, “non l’ho fatto per dimostrare niente a nessuno”. Però Simona è arrivata agli altri, riceve quotidianamente messaggi dalle persone che si accorgono della sua storia e del suo talento, incoraggia le persone a combattere e a sfidare i propri limiti. Gira l’Italia per conferenze e presentazioni – è uscito a inizio anno il suo terzo libro “La strada nuova” – ma quando rientra a casa la sua ossessione è la palestra, provare fino alla perfezione i passi delle coreografie con le due ballerine che l’accompagnano.

Molta della vitalità che Simona esprime la deve ai suoi genitori che “hanno visto la felicità che avevo negli occhi quando danzavo, mi hanno accolta come un grande dono, hanno sempre visto le mie abilità, hanno sempre guardato a quello che ho e non a quello che mi mancava, lo scoprire che se anche due braccia non ci sono, ci sono due piedi che fanno le mani, ma c’è una grande voglia, la voglia di credere che questa vita è un dono incredibile e la mia mamma me l’ha sempre mostrato, anche adesso che mi è accanto in un altro modo, sento ancora più forte la voglia di comunicarlo”.

Il tempo di far ripartire la canzone e Simona Atzori è di nuovo sul parquet, a danzare, per sentirsi libera.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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