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Si spaccia per avvocata, ma non lo è. Condannata la figlia di Verdini e cognata di Salvini

Diletta Chiara Verdini, figlia dell’ex senatore di Ala, Denis Verdini, e sorella di Francesca, compagna del leader della Lega Matteo Salvini, ha patteggiato ieri una pena a un anno di reclusione davanti al gip di Firenze Agnese Di Girolamo.
A cura di Davide Falcioni
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Si è spacciata per avvocata falsificando una sentenza del tribunale del lavoro di Firenze per convincere la sua cliente, una badante, che la sua pratica di richiesta danni stava andando avanti e che aveva vinto la causa nei confronti della famiglia per cui aveva lavorato. Con questa accusa Diletta Chiara Verdini, figlia dell’ex senatore di Ala, Denis Verdini, e sorella di Francesca, compagna del leader della Lega Matteo Salvini, ha patteggiato ieri una pena a un anno di reclusione davanti al gip di Firenze Agnese Di Girolamo. La donna era accusata di tentata truffa e falso e dopo il patteggiamento ha ottenuto la sospensione condizionale della pena.

La badante aveva denunciato una famiglia presso cui aveva lavorato: per ottenere assistenza legale si era rivolta a Diletta Verdini, che si era presentata a lei come avvocata; la donna, invece, non era (e non è) neppure praticante dal momento che gestisce un'agenzia di noleggio auto a Campi Bisenzio. Quando la badante, dopo tre anni di attesa, ha scoperto che Verdini le aveva mentito e fornito documenti falsi, con tanto di firma del giudice e numero del processo, si è rivolta al legale Mattia Alfano e l'ha querelata.

La procura di Firenze ha aperto un'inchiesta che si è conclusa con la richiesta di condanna. Stando a quanto accertato per convincere la donna che la sua causa legale stava procedendo, Diletta Chiara Verdini le consegnò una sentenza su carta intestata del tribunale di Firenze, risultata falsa, in base alla quale avrebbe avuto diritto a un risarcimento. Quando il nuovo avvocato della vittima si è recato alla cancelleria del tribunale per chiedere chiarimenti al riguardo, è emerso che il documento era stato falsificato. La prima denuncia quindi è scattata d'ufficio, da parte degli stessi addetti del Palazzo di Giustizia. A questa si è aggiunta la querela della badante.

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