Se lei rifiuta i rapporti scatta l’addebito della separazione

Se si negano i rapporti sessuali al consorte oltre a contribuire alla fine di un matrimonio si rischia con molta probabilità di vedersi addebitata anche la colpa della separazione. A ricordarlo è lo StudioCataldi sottolineando come la giurisprudenza italiana sulla questione si è espressa più volte in favore del partner a cui è negato il rapporto. Non sono rari neanche i casi in cui tale comportamento può addirittura essere considerato la causa fondamentale della separazione con l'inevitabile addebito che ricade su chi rifiuta momenti di intimità al partner. La Cassazione infatti più volte ha ribaltato decisioni precedenti che avevano messo in secondo piano questo aspetto del rapporto.

Con la sentenza numero 19112/2012, ad esempio, la corte di Cassazione ha stabilito che un rifiuto persistente di avere rapporti sia affettivi che sessuali con il coniuge rappresenta un'offesa alla dignità e alla personalità morale di quest'ultimo, provocandone frustrazione, disagio e, talvolta, anche danni all'equilibrio psicofisico. Un comportamento che rappresenta una violazione del dovere inderogabile di assistenza morale sancito dall'articolo 143 del codice civile. In molte altre occasioni però i giudici dell'alta corte hanno ribadito che esiste un nesso causale tra un simile comportamento e l'intollerabilità della convivenza. Questo nesso è stato negato quando il rifiuto dei rapporti sia a sua volta conseguenza di altri motivi che già da soli possono portare alla fine della vita matrimoniale, mentre è stato riconosciuto quando il rifiuto diviene mezzo di punizione per un comportamento tenuto dall'altro coniuge.