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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Sangue sui muri e tv ancora accesa: cosa si legge nei verbali dei soccorritori che trovarono Chiara Poggi morta

“Sul divano in salotto una confezione di cereali ed una di biscotti, aperte, e un cucchiaino. Il televisore risultava ancora accesso”: cosa trovarono i soccorritori e il 118 quando entrarono per la prima volta nella villetta di Garlasco dopo l’omicidio di Chiara Poggi.
A cura di Giorgia Venturini
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Spetta ai giudici della Corte di Cassazione decidere se riaprire il giallo di Garlasco o assolvere in via definitiva Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Lui, unico imputato, non sarà presente.
Chiara Poggi.
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Da quando la Procura di Pavia ha riaperto le indagini sul delitto di Garlasco indagando per la terza volta su Andrea Sempio, si è tornati a chiedersi cosa sia successo il 13 agosto del 2007 quando nella sua villetta di famiglia Chiara Poggi è stata colpita alla testa con un oggetto (forse un martello) e gettata dalle scale interne dell'abitazione. C'è già una verità processuale: a ucciderla è stato il fidanzato Alberto Stasi, condannato con una sentenza definitiva a 16 anni di carcere. Gli inquirenti ora stanno facendo verifiche su Sempio, iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. Ma ripercorriamo cosa è successo quel giorno e soprattutto cosa trovarono i soccorritori del 118 che per primi (dopo Stasi) entrarono nella villetta di Garlasco. Lo facciamo riportando quanto c'è scritto nelle relazione dell'autopsia fatta dai medici legali pochi giorni dopo l'omicidio.

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Sono le 13.50 quando Alberto Stasi fece la chiamata ai carabinieri per dare l'allarme: disse di aver trovato il cadavere della fidanzata. Alle 16 dello stesso giorno firma in caserma un verbale: raccontò di aver provato a chiamare più volte Chiara Poggi la mattina ma senza avere alcuna risposta. Disse di essere andato così a casa sua, di essere entrato nell’abitazione dopo aver scavalcato il muro di cinta, in quanto il cancelletto era chiuso. "La porta d’ingresso risultava invece chiusa, ma non a chiave; la finestra della cucina era aperta e il dispositivo antifurto disinserito", si legge nella reazione dei medici legali. Raccontò di aver trovato il cadavere di Chiara sulle scale interne. Ma le sentenze dei giudici svelarono altro.

I primi soccorritori a entrare nella casa dopo la chiamata di Stasi ai carabinieri alle 13.50 furono i sanitari in servizio al 118. Erano le 14.11 del 13 agosto del 2007. Nel loro verbale successivo all'intervento si legge: "Persona giovane (approssimativamente 25 anni di età) trovata deceduta su scala che porta a seminterrato. Il corpo è prono in posizione declive con la testa ruotata a destra. No rigor mortis. Ferite cuoio capelluto con probabili fratture craniche (non possibile valutazione completa per non contaminare la scena) e torsione del rachide cervicale. Ematoma orbitale destra. Presenza di strisciata di sangue nell’appartamento a circa 1,5 mt dall’entrata della casa che proseguono verso la porta delle scale che porta al seminterrato. Chiazze di sangue con capelli. Lungo le scale intense strisciate di sangue sui gradini e sul muro. Sangue colato sui gradini declivi. Schizzi di sangue sui muri circostanti ad h di 40-70 cm. Si entra muniti di calzari e guanti per non contaminare la scena. Si affida corpo e documentazione a 112".

Poi intervennero a spiegare la causa della morte dopo una prima analisi esterna sul cadavere: "Persona deceduta per verosimile causa violenta-traumatica. Corpo prono su scale interne in posizione declive. No rigor mortis né ipostasi. Abbondante perdita ematica dal cuoio capelluto con possibili fratture craniche e torsione del rachide cervicale. Ematoma orbitale destra. Sangue anche sui muri dell’abitazione". 

Sono le 17 quando arrivarono i medici legali e fecero la prima loro ispezione cadaverica. Tra le cose che scrissero (non riportiamo i dettagli) anche: "Il cadavere si trova all’interno dell’abitazione 4 anzidetta, disteso in posizione prona lungo la rampa di scale che porta allo scantinato. Lungo la scala e sui muri che la delimitano macchie di sangue, evidenti anche nei locali attigui (soggiorno e disimpegno – pavimento, mobili, suppellettili, etc.). Gli indumenti indossati sono integri, parzialmente imbrattati di sangue".

In contemporanea con i sanitari del 118 e con i medici legali c'erano anche i carabinieri. La scientifica eseguì i rilievi della casa. Sul sesto gradino dove venne trovato il cadavere di Chiara Poggi fu trovato un orecchino con perla, identico a quello ancora posizionato al lobo dell’orecchio destro. Sul divano in salotto, anch’essa comunicante con il disimpegno del piano terra, una confezione di cereali ed una di biscotti, aperte, e un cucchiaino. Il televisore risultava ancora accesso. Ora quella confezione di biscotti dopo 18 anni verrà analizzata per la prima volta nell'incidente probatorio che inizierà il prossimo 17 giugno.

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