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Morte Anna Zilio, l’avvocato della maratoneta: “Su 700 certificati non ci sono anomalie, vogliamo la verità”

Si indaga sulla morte dei due runner, Anna Zilio, 39 anni, e Alberto Zordan, 48 anni, iscritti alla medesima associazione, la Km Sport di di San Martino Buon Albergo. Oggetto delle indagini sono in particolare i certificati medici, che la stessa Zilio caricava in qualità di addetta alla segreteria nel sistema. L’avvocato Pezzotti, che segue la famiglia Zilio, a Fanpage.it: “Anna era un’atleta e una lavoratrice onesta. Controllati 700 certificati nel sistema, non c’erano anomalie”
Intervista a Avvocato Marco Pezzotti
Legale che assiste la famiglia della runner Anna Zilio
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un'atleta rigorosa e una lavoratrice molto attenta. Così l'avvocato Marco Pezzotti, che oggi assiste i familiari di Anna Zilio, descrive la runner 39enne deceduta ormai un mese fa, poco prima del "collega" di corse Alberto Zordan, 48 anni, trovato morto in circostanze simili. Zilio lavorava nel negozio di Km Sport e si occupava anche della segreteria, in particolare di caricare i certificati medici per l'attività sportiva. Il suo, è emerso dalle indagini, lo avrebbe caricato lei stessa. "Per motivi di cautela con l'associazione sono stati verificati tutti e 700 i certificati nel sistema – ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Pezzotti -. Non sono state riscontrate criticità. Anna era estremamente rigorosa, come atleta e come lavoratrice".

Che persona e atleta era Anna Zilio?

Era una persona splendida, estremamente solare. Come sportiva era eccezionale. Ci preme sapere cosa sia successo chiaramente, durante le fasi di indagine gli atti sono secretati quindi al momento non abbiamo nemmeno il referto dell'autopsia. Non abbiamo elementi di riferimento significativi per poter dire cosa sia accaduto. La famiglia di Anna è in attesa di vedere il referto autoptico, anche se purtroppo non avrà mai pace perché è un dolore troppo grande.

Nel 2021 Zilio aveva dovuto interrompere l'attività di runner per accertamenti medici, poi però aveva presentato un certificato valido e aveva ripreso la sua attività. Cosa pensa sia successo in quel frangente?

Anna ha ripreso a correre dopo sei mesi. Parliamo di un'interruzione di 4 anni fa, al momento non ne conosciamo i motivi. Sappiamo che aveva presentato un certificato medico per l'attività sportiva agonistica e che aveva ricominciato. La famiglia non era informata su quanto le era accaduto nel 2021, quindi non ha idea di cosa possa essere successo in quei mesi.

Il certificato medico del 2021 era però stato regolarmente rilasciato.

Assolutamente, di questo siamo sicuri. Cosa sia accaduto dopo non possiamo dirlo, il tutto è oggetto di indagine. Quei certificati sono nelle mani della Procura in questo momento.

Esistono piattaforme sulle quali alcuni medici rilasciano certificati dietro pagamento e senza sottoporre i pazienti a visita. Potrebbe essersi affidata a siti simili?

No, perché i certificati medici per l'iscrizione in palestra e quelli per partecipare a competizioni agonistiche sono molto diversi. Per fare attrezzistica serve un certificato medico di idoneità, mentre per l'agonismo, seppur a livello amatoriale, bisogna sottoporsi a un accertamento sanitario che si chiama ‘visita sportiva per attività agonistica'. I tre principali riferimenti di questa visita sono la spirometria (per la funzionalità respiratoria ndr), l'autodichiarazione su eventuali patologie pregresse, l'assunzione di farmaci o passati interventi chirurgici, l'ECG sotto sforzo e l'analisi delle urine. Si tratta di esami che vanno fatti alla presenza di un medico.

Zilio partecipava anche a maratone in giro per il mondo. Come funziona in questi casi?

Per partecipare a un a maratona, si può essere sottoposti a una visita medico-sportiva per attività agonistica con finalità AEL, ossia atletica leggera. Se il certificato è in regola e non ci sono problemi di salute, presentandosi a una maratona bisogna esibire una run card giornaliera allegata al documento cartaceo. Se invece si partecipa a più gare, l'atleta in questione si iscrive a un'associazione, come è in questo caso Km Sport. Il certificato viene consegnato all'associazione che riporta i dati sulla piattaforma della Fidal, ossia la Federazione dell'Atletica Leggera. Se Fidal lancia un alert per anomalie nel certificato, a livello nazionale non si può gareggiare.

Chi svolgeva quest'attività per l'associazione Km Sport però era Zilio, giusto?

Sì, esatto. Per scrupolo abbiamo controllato con l'associazione oltre 700 certificati e non ci sono anomalie. Cosa sia successo però allo stato dei fatti non possiamo dirlo e ci preme sapere la verità. Anna però era un'atleta molto seria e una lavoratrice scrupolosa.

Aveva una grande passione per lo sport, teneva alla performance, non avrebbe avuto motivo di mentire.

I risultati dell'autopsia sono già nelle mani dell'autorità giudiziaria.

Sì, Anna è stata sepolta 15 giorni fa. L'esito dell'autopsia è nelle mani dell'autorità e probabilmente per la prossima settimana chiederemo di visionarlo. Non sappiamo a che punto sia l'inchiesta, sicuramente la storia del secondo runner, Alberto Zordan, impone un coordinamento con un'altra Procura che sta indagando sul decesso. Vorrei però specificare una cosa.

Prego

Zordan era un runner come Zilio e sicuramente in associazione hanno avuto modo di incrociarsi, ma sono due storie molto diverse. Avevano età diverse e correvano su circuiti diversi, si allenavano in momenti differenti. Le loro morti non sono correlate, è una circostanza tragica che però non si basa sulle stesse motivazioni. Poi ovviamente le Procura faranno una serie di considerazioni

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