Resinovich e le rivelazioni del pizzaiolo 5 anni dopo, il fratello di Liliana: “Tentano di inquinare le prove”

“Serio tentativo di inquinare le prove", non usa mezzi termini il fratello di Liliana Resinovich per descrivere le improvvise rivelazioni del piazzaiolo di Trieste sui sacchi neri che avrebbe regalato alla donna poi ritrovata morta nel gennaio 2022, alcuni mesi dopo la scomparsa, proprio avvolta in due sacchi neri. Una rivelazione arrivata circa cinque anni dopo i fatti e che fa insospettire e non poco Sergio Resinovich che ha deciso di querelare l’ex ristoratore. “Presenterò una querela presso gli organi competenti nei confronti del pizzaiolo Alfonso Buonocore" ha spiegato Sergio.
Per il fratello di Liliana, nella ricostruzione dell’uomo ci sono troppi punti oscuri, dal troppo tempo passato senza dire nulla, nonostante il caso sia stato da sempre al centro dell’attenzione mediatica, al fatto che l’uomo abbia deciso di raccontarlo a Sebastino Visintin recandosi a casa sua e non alla polizia. "Voglio capire perché e per come si stanno verificando questi inconsistenti ed irrispettosi episodi, con tutte le conseguenze del caso” ha spiegato all’Ansa Sergio Resinovich, aggiungendo: “Chiederò alla Procura di intervenire tempestivamente per fermare questo evidente tentativo di alterare la Verita”.
Il caso è emerso dopo che Visintin si è rivolto alla polizia portando la registrazione del racconto dell’uomo che nelle scorse settimane si è presentato a casa sua per raccontare gli episodi che sarebbero avvenuti tra il 2019 o il 2020, mesi prima della scomparsa di Liliana il 14 dicembre 2021.
L'ex titolare di una pizzeria frequentata dalla coppia, che conosceva Visintin anche come affilatore di coltelli per il suo locale, lo scorso 22 novembre ha raccontato che la 63enne gli avrebbe chiesto due capienti sacchi neri in due diverse occasioni raccomandandosi di non parlarne con nessuno, nemmeno col marito. Un racconto rilevante perché Liliana venne poi trovata morta in due sacchi neri della spazzatura infilati uno sugli arti inferiori e uno sul busto.
L’uomo ha detto che al tempo un amico gli consigliò di starsene fuori dalla vicenda e di essersi convinto a parlare solo ora dopo aver visto in tv che il caso era ancora aperto. “Non se ne può più di farse come questa, nessun rispetto per la mia defunta sorella, vittima di un omicidio” ha commentato però Sergio Resinovich dopo aver ascoltato le sue parole, aggiungendo: “Qui c’è un serio tentativo di inquinare le prove e di intralciare il corso delle indagini”.