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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Perché quello che è emerso finora contro Andrea Sempio non basta per mandarlo a processo (a meno di sorprese)

Mettendo in fila tutto ciò che è emerso finora su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi in concorso con Alberto Stasi o ignoti, è difficile che si arriverà anche a un processo. Ma non sappiamo se arriveranno colpi di scena dalla Procura.
A cura di Giorgia Venturini
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Potrebbero arrivare colpi di scena nei prossimi giorni dalla Procura di Pavia se nelle carte di chiusura indagini i magistrati vorranno chiedere il rinvio a giudizio per Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto. Ad oggi infatti il vero punto da capire, da quando sono iniziate le indagini, è su cosa si stanno concentrando veramente le verifiche di inquirenti e investigatori. Perché se l'accusa puntava sul cromosoma Y di Andrea Sempio trovato sulle unghie di Chiara Poggi, la perizia della genetista super partes Denise Albani mette le mani avanti: se da una parte conferma la presenza del DNA dell'indagato dall'altra dà ragione al collega del 2014 che analizzò le unghie della vittima e concluse che il materiale genetico ha troppe incognite e dubbi per dare una certezza scientifica.

Ecco quindi che ancora una volta tutto passa nelle mani di inquirenti e investigatori: nel 2017 le prime indagini si conclusero con un archivio del fascicolo, ora si dovrà attendere ancora un po'. Ed è anche vero però che sulle indagini archiviate del 2017 la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per corruzione in atti giudiziari: secondo l'accusa il pm di allora Mario Venditti avrebbe accettato soldi dalla famiglia Sempio per favorire l'archiviazione della indagini.

La sensazione è che al momento la difesa di Andrea Sempio sembra tranquilla. In effetti quello emerso finora potrebbe non bastare per far partire un processo con l'accusa di omicidio. A far preoccupare gli avvocati dell'indagato potrà essere solo quello che la Procura ancora non dice e "improvvisi ritorni di memoria" di altri eventuali supertestimoni, come tiene a precisare l'avvocato Liborio Cataliotti nella trasferta romana della scorsa settimana in cui si è riunito tutto il team difensivo. Ma cosa è emerso ad oggi che potrebbe non bastare all'accusa?

Partiamo dalla fine. La perizia super partes sul cromosoma Y trovato sulle unghie di Chiara Poggi ha dimostrato che ci sono troppi dubbi scientifici, segno che genetisti super partes non si prenderanno la responsabilità di fare un nome e un cognome e di associarlo alla scena del crimine. E così lo sarà sempre, perché le unghie della vittima sono state consumate tutte durante la perizia del 2014 durante il processo ad Alberto Stasi. Consulenze private e perizie successive si sono basate infatti solo sulla rivalutazione dei dati grezzi della perizia di 11 anni fa. Secondo l'attuale perita Albani, "le strategie analitiche adottate nel 2014 (mancata quantificazione del DNA e utilizzo di diversi volumi di eluato per le tre sessioni di tipizzazione Y) hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti". Questione DNA di Sempio sulle unghie di Chiara Poggi si potrebbe quindi riassumere così: c'è ma non basta. A interpretare quanto emerso dalla perizia spetta ora a inquirenti, investigatori e avvocati. Starà a loro capire l'importanza o meno di questa perizia.

Se si andrà invece verso l'ipotesi di un processo, la difesa è pronta a presentare in Procura una relazione sui 14 punti di contatto nelle villetta di Garlasco tra Chiara Poggi e Andrea Sempio: ovvero oggetti o luoghi della casa con cui entrambi sono venuti a contatto, permettendo uno spostamento di DNA per contaminazione. Gli avvocati difensori punterebbero così a escludere l'ipotesi del contatto diretto.

Altro elemento finora emerso dalla Procura è la traccia 33, ovvero l'impronta sulla parete destra della scala interna dell'abitazione su cui è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi e solo recentemente associata ad Andrea Sempio. Le analisi fatte finora su queste impronta dimostrerebbero un'assenza di sangue: questo vuol dire che datare la traccia (ovvero prima o durante l'omicidio) sarà difficile, soprattutto perché anche in questo caso l'intonaco su cui c'era l'impronta è stato consumato tutto nelle analisi del 2007. Su questa traccia però si attende il via libera per fare accertamenti, ma nessuno tra difesa e accusa sta accelerando a riguardo. La sensazione è che questa impronta potrà restare il nodo principale se si andrà a processo.

Dal punto scientifico quindi ora resta da leggere i risultati della Bloodstain Pattern Analysis (BPA), ovvero le analisi del Ris di Cagliari che hanno dato una collocazione precisa delle macchie e schizzi di sangue permettendo di ricostruire nel dettaglio la scena del crimine e confermare o smentire la dinamica dell'omicidio. Parallelamente a questi accertamenti ci sono le analisi della dottoressa Cristina Cattaneo eseguite su Andrea Sempio, come altezza, peso e lunghezza degli arti: saranno queste due relazioni a collocare eventualmente l'indagato sulla scena del crimine. Ma questi due risultati si potranno sapere solo una volta che le indagini verranno chiuse, quando gli atti nel fascicolo dei magistrati saranno a disposizione di tutte le parti coinvolte nel delitto di Garlasco.

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