Perché nessun reperto del delitto di Garlasco è sparito: cosa è successo veramente alle unghie di Chiara Poggi

Nulla è sparito ma tutto è stato consumato. Possiamo riassumere così quello che è successo ad alcuni reperti sul delitto di Garlasco e su cui qualcuno parla di "sparizione". Per capirci niente è stato nascosto o non si sa più dove si trovi. Semplicemente – come spiegato da fonti di Fanpage.it – reperti interessati soprattutto da materiale genetico quando vengono sottoposti a un'analisi si consumano. Come è successo alle unghie di Chiara Poggi e al materiale genetico trovato durante la perizia di Francesco De Stefano, il perito incaricato dalla Corte d'Appello Bis nel 2014.
Cosa svelò la perizia sulle unghie sciolte di Chiara Poggi
Durante la perizia vennero sciolte le unghie della vittima e venne prelevato il materiale genetico trovato sotto o sopra o di lato. Vennero isolato solo i cromosomi Y e ne vennero trovati due: uno di un ignoto e uno probabilmente riconducibile alla famiglia di Andrea Sempio, l'attuale indagato. Il materiale genetico fu troppo poco allora e poco chiaro da portare il perito a confermare con certezza che si trattasse del dna di Andrea Sempio. Spiegando quindi che molto probabilmente ci si trovava davanti a una contaminazione dovuta al contatto con uno stesso oggetto. I consulenti della difesa di Alberto Stasi, unico condannato per l'omicidio di Chiara Poggi, nei mesi precedenti hanno rivalutato i risultati della perizia di De Stefano e hanno accertato che si trattava del dna di Sempio. E ancora: una nuova valutazione super partes sui risultati del 2014 saranno al centro del prossimo incidente probatorio che inizierà il prossimo 17 giugno.
Da ribadire però un particolare: come mostrano tutte le varie sentenze e perizie in questi 18 anni, Chiara Poggi non ha mai avuto il tempo di difendersi dal suo assassino. Quindi non è detto che qualsiasi dna che verrà accertato o meno sulle unghie di Chiara Poggi sia necessariamente il materiale genetico dell'assassino. Così come è certo che nessun reperto della scena del crimine è sparito: o si è esaurito durante le varie analisi oppure i giudici – anche qui cosa che succede di prassi dopo una sentenza in via definitiva – ne hanno ordinato la distruzione.
Anche l'intonaco dell'impronta 33 si è consumato nelle analisi
Non solo i reperti della perizia del 2014 dunque. Lo stesso vale per l'intonaco prelevato dalla parete delle scale interne della villetta di Garlasco (dove è stato trovato il cadavere di Chiara) su cui c'era l'impronta 33, ovvero quella che solo ultimamente è stata attribuita ad Andrea Sempio. Si è provveduto a procedere all'identificazione solo grazie alle fotografie perché anche in questo caso l'intonaco è stato consumato durante una precedente analisi in cui non era stato trovato nessun tipo di dna e nessuna traccia di sangue.
La tecnologia utilizzata per fare le nuove analisi
Si sta procedendo a nuova analisi anche perché si fa riferimento a una tecnologia che nel 2007 (anno dell'omicidio) non c'era. Per questo ora utilizzano Y-Str Mixture calculation, ovvero un software che attraverso un algoritmo calcola la probabilità che un mix di dna appartenga parzialmente a un determinato soggetto. Questo software potrebbe svelare se le tracce trovate biologiche trovate siano o meno la commistione di due soggetti ignoti. Il database lavora sulla base di 349.750 profili di soggetti maschili in Europa.