Per la difesa di Stasi c’è un primo punto fermo nell’indagine su Garlasco: “Assenza Dna di Alberto sulle unghie”

"La dottoressa Albani cristallizza l'assenza totale di Dna di Stasi, che viceversa non era stato escluso dal Prof De Stefano. Finalmente un primo punto fermo in questa nuova indagine". A parlare è Giada Bocellari, che insieme al collega Antonio De Rensis assiste Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. La legale ha commentato i risultati della perizia depositata ieri della biologa genetista Denise Albani alla giudice Daniela Garlaschelli nell'ambito dell'incidente probatorio disposto nella nuova indagine sul delitto, in cui è indagato per concorso Andrea Sempio, e le cui risultanze saranno in aula discusse il 18 dicembre prossimo.
Dai risultati delle analisi realizzate dalla dottoressa Albani, emerge che "il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio". Tuttavia, si legge nel documento, "l'analisi del cromosoma Y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto, anche qualora i risultati siano completi, consolidati e attribuibili a una singola fonte". Insomma, è la conclusione, "non è stato possibile giungere a un risultato che fosse certamente affidabile".
Secondo Bocellari, "dal 2014 fino ad oggi si diceva che il Dna sulle unghie di Chiara Poggi fosse degradato e non confrontabile. Oggi la nuova perizia, confermando integralmente quella della Procura di Pavia e quelle della difesa Stasi, supera queste conclusioni e, pur considerando le caratteristiche di questo Dna Y (più volte ribadite anche dai consulenti di parte), conclude per una concordanza forte e moderatamente forte con l'aplotipo Y di Andrea Sempio su due unghie di due mani diverse della vittima", quindi "cristallizza l'assenza totale di Dna di Stasi, che viceversa non era stato escluso dal Prof De Stefano".
Sempre dalla relazione della Albani emerge che sugli "acetati" delle impronte rinvenute sulla "scena del crimine", una sessantina in tutto, non è stato trovato sangue, né sono stati estrapolati profili genetici utili per comparazioni. Dagli accertamenti sui reperti della "pattumiera" di casa Poggi, poi, sono venuti a galla solo i Dna di Chiara e di Alberto Stasi (rinvenuto in particolare su una cannuccia di Estathè) e sul "tappetino del bagno" è stato individuato materiale genetico sempre della studentessa e del padre Giuseppe. Così come le analisi sui "tamponi" non hanno fornito elementi utili alle nuove indagini su Andrea Sempio.
"Dalla lettura delle conclusioni della perizia svolta con serietà e riserbo dalla Polizia di Stato apprendiamo che nulla di nuovo è emerso a carico del signor Sempio rispetto a quanto già noto", hanno invece commentato gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che assistono la famiglia Poggi. "Sono trascorsi ormai oltre nove mesi da quando, con cadenza quotidiana, la famiglia Poggi viene esposta a un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono noti – proseguono i difensori -. L'unico dato certo e infatti trascurato è il rinvenimento di Dna del condannato Stasi e di Chiara sui reperti che testimoniano gli ultimi momenti di vita della vittima. Ci auguriamo che tutto venga alla fine valutato con la dovuta attenzione e rispetto che si devono alla sentenza coperta dal giudicato". Il prossimo appuntamento è per il 18 dicembre in aula.