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“Operazioni sospette con soldi dell’Unicef”, indagato cognato di Renzi

Andrea Conticini, marito della sorella del Premier, indagato per riciclaggio in un’inchiesta che coinvolge anche i due fratelli e vuole fare luce su una serie di passaggi di denaro proveniente da importanti organizzazioni umanitarie.
A cura di A. P.
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Operazioni sospette con soldi sottratti alle associazioni umanitarie come l'Unicef, per questo motivo Andrea Conticini, cognato del Premier Matteo Renzi è finito nel registro degli indagati della Procura di Firenze nell'ambito di un'inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio. A rivelarlo è il quotidiano La Nazione secondo il quale nell'inchiesta sarebbero coinvolti principalmente i fratelli del 35enne, il gemello Luca e il più grande dei tre, il 40enne Alessandro, già destinatari di un ordine di perquisizione nei giorni scorsi . In particolare l'indagine, coordinata dal pm Luca Turco e Giuseppina Mione, intende fare luce su un serie di passaggi di denaro proveniente da importanti organizzazioni umanitarie, come l'Unicef e Operation Usa, e finiti poi alla “Play Therapy Africa Limited”, un'organizzazione diretta da Alessandro Conticini.

La Procura fiorentina ipotizza che quei soldi siano potuti finire sui conti personali degli indagati senza un valido motivo e utilizzati per altri scopi e quindi accusa i due fratelli Alessandro e Luca di appropriazione indebita, mentre Andrea Conticini è accusato di riciclaggio. In particolare il marito della sorella di Renzi è accusato di aver usato i soldi consegnati dai fratelli, ma ritenuti proventi di reato,  per acquistare quote di una società. Per cercare documenti utili alle indagini la Guardia di Finanza ha anche perquisito casa di Andrea Conticini e della sorella del premier Matteo Renzi a Rignano sull’Arno.

L'inchiesta sarebbe partita da una segnalazione della Banca d’Italia su un'operazione internazionale  sospetta per centinaia di migliaia di euro. Del caso è stata informata la Procura di Firenze che ha incaricato quindi il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza del capoluogo toscano di svolgere accertamenti. All'inizio di giugno infine l'iscrizione dei tre fratelli nel registro degli indagati. Gli avvocati difensori però minimizzano sottolineando che il passaggio di denaro è stato comunque operato da società di proprietà dei Conticini

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