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Omicidio a Gemona

Omicidio di Alessandro Venier, oggi l’incarico per l’autopsia. Verso perizia psichiatrica per la madre Lorena

Verrà conferito oggi l’incarico per l’autopsia sul corpo di Alessandro Venier, il 35enne ucciso il 25 luglio nella villetta di famiglia a Gemona del Friuli. La difesa della madre Lorena ha annunciato che sarà richiesta una perizia psichiatrica.
A cura di Davide Falcioni
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Sarà conferito nella giornata di oggi l’incarico per l’autopsia sul corpo di Alessandro Venier, il 35enne ucciso il 25 luglio nella villetta di famiglia a Gemona del Friuli. Lo ha annunciato ieri pomeriggio il procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon: "Credo che domani sarà conferito l’incarico con la nomina del consulente della Procura. Poi la fissazione dell’autopsia dipenderà dalle disponibilità del professionista".

Il conferimento verrà disposto dal sostituto procuratore Giorgio Milillo. I legali degli indagati, l’avvocato Giovanni De Nardo (per Lorena Venier) e gli avvocati Federica Tosel e Francesco De Carlo (per Mailyn Castro Monsalvo), hanno già comunicato l’intenzione di nominare un proprio consulente medico legale.

Sempre ieri, la Procura ha avanzato richiesta di nomina di un curatore speciale per la figlia di sei mesi della vittima e di Mailyn. "Spetterà al gip decidere in merito" ha spiegato Danelon, precisando che "poi il Tribunale dei minorenni dovrà fare le proprie valutazioni sul lato civilistico".

La confessione: "L’ho sezionato da sola"

Nel frattempo, le indagini hanno ricostruito una dinamica del delitto sconvolgente. È stata Lorena Venier, 61 anni, infermiera in pensione e madre della vittima, a confessare l'omicidio e il successivo occultamento del cadavere. "Mi sono occupata da sola del ‘depezzamento' di Alessandro – ha raccontato – ho utilizzato un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue e l’ho sezionato in tre pezzi".

Un’operazione macabra compiuta in modo chirurgico, tanto da lasciare la casa apparentemente in ordine. "Non ci sono stati schizzi, per questo i carabinieri hanno trovato tutto in ordine".

Nella stanza accanto, secondo quanto riferito dalla stessa Lorena, la nuora Mailyn accudiva la bambina. Era passata solo qualche ora dal delitto: il 35enne sarebbe stato prima sedato con due sostanze, poi aggredito a mani nude. Non riuscendo a soffocarlo, le due donne lo avrebbero strangolato con le stringhe degli scarponi. "Il colpo di grazia è stato dato da Mailyn" ha aggiunto la madre della vittima. Dopo il sezionamento, Mailyn sarebbe tornata sulla scena: "È stata lei a trasportare i tre pezzi nell'autorimessa, li ha messi nel barile e li ha coperti con la calce viva acquistata apposta su Amazon".

Il piano segreto delle due donne e la crisi

Secondo gli inquirenti, si sarebbe trattato di un piano premeditato, organizzato nei minimi dettagli. L’eliminazione del cadavere, infatti, doveva risultare compatibile con un allontanamento volontario: "Aveva detto a tutti che sarebbe partito per la Colombia", ha spiegato Lorena. "Pensavo che il corpo con il tempo si sarebbe consumato. Poi lo avrei portato in montagna, dove lui diceva che voleva fossero destinate le sue spoglie".

Un progetto che, nelle intenzioni delle due donne, avrebbe dovuto restare segreto: "Eravamo certe di poter fare tutto da sole". Ma l’instabilità emotiva della nuora, affetta da depressione post-partum, avrebbe mandato tutto in frantumi. È stata infatti proprio Mailyn a chiamare i soccorsi: "Ha avuto una crisi", ha ammesso Lorena. Quando i carabinieri sono arrivati, la mamma della vittima ha cercato di minimizzare, ma Mailyn ha ceduto: ha indicato il barile nell’autorimessa. Al suo interno, i resti del compagno.

Verso una perizia psichiatrica

In attesa dell’autopsia, la difesa di Lorena Venier ha annunciato che sarà richiesta una perizia psichiatrica. La sua figura resta al centro di una vicenda che, per efferatezza e freddezza, pare uscita da una sceneggiatura horror.

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