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L'omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche

Omicidio Civitanova, perché i funerali di Alika verranno ancora rinviati

Saranno celebrati tra il 17 e il 18 settembre prossimi i funerali di Alika Ogorchuckwu, il 39enne venditore ambulante nigeriano, residente a San Severino, ucciso in strada a Civitanova Marche (Macerata) il 29 luglio scorso. Si aspettano i visti per i fratelli in attivo dalla Nigeria.
A cura di Ida Artiaco
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Sono stati rinviati ancora i funerali di Alika Ogorchuckwu, il 39enne venditore ambulante nigeriano, residente a San Severino, ucciso in strada a Civitanova Marche (Macerata) il 29 luglio scorso.

La data delle esequie, che avrebbero dovuto tenersi il 10 settembre da calendario, è slittata alla prossima settimana: la celebrazione dovrebbe tenersi tra il 17 e il 18 settembre, secondo quanto comunicato dall'avvocato Francesco Mantella, che tutela la moglie e il figlioletto di 8 anni di Alika.

"Ho parlato con il console – ha spiegato all'Ansa il legale – e i visti per i fratelli saranno validi dal 10 settembre per cui da quel giorno in avanti potranno prendere un aereo dalla Nigeria e arrivare in Italia".

La famiglia ha scelto il chiostro di San Domenico, a San Severino Marche (Macerata) per il funerale ma anche su sul luogo attende il via libera.

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Non è la prima volta che le esequie di Alika vengono rimandate.

Già a inizio agosto era stato annunciato che il funerale dell'uomo si sarebbe svolto non prima di Ferragosto, sempre perché i fratelli in arrivo dalla Nigeria non avevano ancora completato tutte le procedure per il passaporto e i permessi per il viaggio in Italia.

Ad uccidere Alika era stato un 32enne operaio della provincia di Salerno, Filippo Ferlazzo, lungo corso Umberto Primo. Il 39enne aveva chiesto insistentemente l'elemosina alla fidanzata di Ferlazzo che, qualche secondo dopo, lo aveva aggredito e atterrato, schiacciandolo a terra in un corpo a corpo fatale.

Il presunto killer è ora detenuto nel carcere di Montacuto per le accuse di omicidio volontario e rapina, dal momento che dopo l'aggressione prese il cellulare di Alika, spiegando però che pensava fosse il suo.

La Procura di Macerata ha chiesto una perizia per valutare la capacità di intendere e di volere dell'indagato e accertare se possa affrontare un processo.

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