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Femminicidio Cinzia Pinna

Omicidio Cinzia Pinna, la madre di Ragnedda: “Ha tentato il suicidio? Non ci ha provato bene”

Ancora parole di fuoco contro il figlio da parte della madre di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore 41enne di Arzachena reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna. La donna non crede alla versione del figlio che parla di difesa da una presunta aggressione: “Avrebbe dovuto assumersi subito le sue responsabilità”
A cura di Antonio Palma
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"Ha tentato il suicidio? Quando uno non ci riesce vuol dire che non ci ha provato bene. Chi si vuole suicidare, si suicida" sono le terribili parole della madre di Emanuele Ragnedda, l'imprenditore 41enne di Arzachena reo confesso dell'omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa la notte dell'11 settembre scorso nella tenuta dei Ragnedda a Palau. Il riferimento è al gesto autolesionistico che il figlio ha messo in atto nel carcere di Bancali, a Sassari, e che lo hanno portato a un breve ricovero in ospedale prima del ritorno in cella.

Nicolina Giagheddu già nei giorni scorsi aveva riferito parole di fuoco contro il figlio dicendo che meritava l'inferno e chiedendo scusa alla vittima anche se lei non l'aveva mai conosciuta. La donna ha confermato anche di non aver più visto il figlio dal giorno dell'arresto e che è intenzionata a non farlo più dopo la sua confessione. "Non so come sta. Non lo so, non ci parlo. Non parlo con lui, non parlo con l'avvocato di mio figlio e non parlo con il padre di mio figlio" ha spiegato infatti la donna dal porticciolo di Cannigione dove ha assistito agli accertamenti dei carabinieri del Ris di Cagliari sullo yacht della famiglia Ragnedda.

"Sono qui perché questa è casa mia, non di Emanuele, sembra che tutto sia di Emanuele ma le cose sono della famiglia" ha detto Nicolina Giagheddu ai giornalisti che assiepavano l'area, ribadendo quanto aveva detto anche in precedenti occasioni e affermando di non credere alla versione del figlio che parla di difesa da una presunta aggressione di Cinzia Pinna.

"Non ho dubbi, non ho mai avuto dubbi in vita mia. Mio figlio avrebbe dovuto assumersi subito le sue responsabilità. Fosse successo a me avrei chiamato subito il 112, non doveva andarsene in giro. Non credo al panico, non ci credo a queste cose" ha spiegato la madre di Ragnedda, concludendo: "L'avvocato ha presentato istanza di scarcerazione, non sono d'accordo, credo che chiunque non sarebbe d'accordo".

"Chiedo perdono alla famiglia Pinna, per non aver salvato Cinzia" ha ribadito infine Nicolina Giagheddu che aveva chiesto anche di poter andare anche ai funerali di Cinzia Pinna ma la famiglia della vittima ha preferito di no.

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