Omicidio Cinzia Pinna, il giallo continua: “Si cercano complici di Ragnedda, vestiti e cellulare scomparsi”

Sul corpo senza vita di Cinzia Pinna, la 33enne sparita nel nulla a Palau nella serata dell'11 settembre 2025, sarà effettuata prima una Tac e poi l'autopsia. Un esame in anticipo rispetto agli accertamenti autoptici i cui risultati saranno disponibili dopo settimane.
Bisogna ricostruire cosa sia accaduto alla giovane di Castelsardo impiegata come cameriera in un albergo-ristorante di Palau, e bisogna farlo in fretta. Per questo, spiegano fonti informate a Fanpage.it, la Tac sarà fondamentale. Resta da sciogliere anche il nodo dell'occultamento del cadavere e della possibile partecipazione di complici a quest'ultima operazione.
Emanuele Ragnedda, l'imprenditore indagato per l'omicidio di Cinna, ha raccontato agli inquirenti di aver "fatto tutto da solo" e di aver ripulito la scena del crimine senza chiedere l'aiuto di complici, al contrario di quanto inizialmente affermato.

L'uomo aveva infatti fatto il nome di un giardiniere milanese 26enne, visto con lui nelle ore della scomparsa di Cinna. Il giovane resta ancora indagato per occultamento di cadavere.
Allo stato dei fatti, si parla di più complici: è caccia ai possibili aiutanti del 41enne, con le ultime indiscrezioni che fanno riferimento a una donna arrivata a casa di Ragnedda il giorno dopo l'omicidio di Cinna. E in effetti, una ragazza è stata ascoltata dagli investigatori nelle ultime ore: si tratterebbe della fidanzata del 41enne, al momento non iscritta al registro degli indagati. Per gli inquirenti, la situazione resta la stessa e tutte le persone vicine all'imprenditore sono oggetto dei controlli delle autorità.
Si cercano anche i vestiti e il cellulare della ragazza, per il momento ancora fuori dai reperti nelle mani delle forze dell'ordine. A tal proposito, Ragnedda non avrebbe fornito informazioni agli inquirenti, restituendo a chi indaga un racconto con molti "non ricordo".
Tra le tessere mancanti del puzzle, vi sarebbero proprio le informazioni relative ai vestiti della giovane, trovata nuda dalla vita in giù, e al cellulare della 33enne. Lo smartphone potrebbe essere fondamentale per il prosieguo delle indagini: le forze dell'ordine puntano infatti a ricostruire la rete di contatti della ragazza per capire se tra lei e Ragnedda vi fosse una conoscenza pregressa, cosa negata dal 41enne durante l'udienza di convalida del fermo.
Tra i capi di imputazione non risulta al momento quello di violenza sessuale. Per accertare la possibile esistenza di questo reato, bisognerà attendere i risultati dell'autopsia.