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Femminicidio Cinzia Pinna

Omicidio Cinzia Pinna, I Ris cercano tracce sulle auto di Ragnedda e del possibile complice

Si terranno oggi. venerdì 3 ottobre, gli accertamenti sulle automobili di Emanuele Ragnedda, indagato per la morte di Cinzia Pinna, scomparsa l’11 settembre a Palau, e il presunto complice, il giardiniere 26enne lombardo indagato per occultamento di cadavere.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si terranno questa mattina gli accertamenti su due auto nell'ambito delle indagini sulla morte di Cinzia Pinna, la 33enne assassinata nella serata dell'11 settembre dopo essersi allontanata da un locale di Palau. La prima auto che sarà sottoposta ad accertamenti, come apprende Fanpage.it da fonti informate, sarà quella di proprietà di Emanuele Ragnedda, l'imprenditore 41enne reo confesso attualmente in carcere. 

La seconda vettura che sarà sottoposta ad analisi, invece, potrebbe essere quella del 26enne milanese indagato per occultamento di cadavere. L'uomo, che è stato sollevato da ogni responsabilità da Ragnedda durante la sua confessione agli inquirenti, resta comunque indagato insieme alla fidanzata dell'imprenditore. Il 26enne sarebbe stato visto in compagnia dell'imprenditore 41enne prima della morte di Pinna sul cui cadavere è stata eseguita in questi giorni l'autopsia.

Bisognerà aspettare ancora invece per gli esami tossicologici che richiederanno molto più tempo. Probabile, stando a quanto apprende Fanpage.it, che non saranno neppure svolti in Sardegna. Non ci sarebbero invece elementi concreti sui due possibili complici di Ragnedda, al contrario di quanto riportato dagli organi di informazione nei giorni precedenti. Restano indagati per ora il 26enne milanese e la compagna del 41enne, anche se per entrambi non vi sono elementi di colpevolezza.

Gli accertamenti sulle due auto verranno effettuate dai Ris che lavoreranno per trovare eventuali tracce della 33enne, mentre l'autopsia ha chiarito che la donna è stata assassinata con due colpi di pistola al volto. Un terzo colpo di arma da fuoco l'ha sfiorata di striscio in viso.

Davanti agli inquirenti, Ragnedda ha affermato di aver puntato la pistola contro la 33enne perché quest'ultima lo aveva "minacciato con un coltello" dopo aver "assunto alcol e stupefacenti".

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